Bruxelles – Nello scorso anno sono diminuite le richieste di asilo in Ue. Lo certifica Eurostat. Stando ai dati pubblicati oggi (20 marzo) dall’agenzia statistica comunitaria, nel 2024 i cittadini di Paesi terzi che hanno fatto richiesta di protezione internazionale in uno degli Stati membri per la prima volta, sono stati 912 mila. Si tratta del 13 per cento in meno rispetto alle richieste sottoposte nell’anno precedente, il primo calo da un anno all’altro dal 2019.

Quanto alle nazionalità rappresentate, la prima è stata quella siriana (148 mila domande, il 16 per cento del totale), seguita da quella venezuelana (72.800 richieste, cioè l’8 per cento) e da quella afgana, per la prima volta in sei anni al terzo posto (72.200 ovvero il 7,8 per cento).
I Paesi che hanno ricevuto più richieste sono stati Germania (229,700 ), Spagna (164,000), Italia e Francia (rispettivamente 151.100 e 130.900), che rappresentano insieme circa l’82 per cento di tutte le domande d’asilo presentate, con peculiarità specifiche: l’Italia ha accolto la maggior parte delle richieste dei peruviani (58 per cento), mentre la Francia ha visto un forte aumento delle domande di protezione da parte degli ucraini (+90 per cento). La Germania ha ricevuto da sola il 25 per cento del totale delle domande di protezione, mentre l’Italia il 17 per cento.

Considerando la popolazione aggregata dei Ventisette, nell’anno in esame sono state presentate in media 2 domande di protezione internazionale ogni mille cittadini Ue. Naturalmente, questo dato varia sensibilmente da uno Stato membro all’altro: il rapporto più alto tra richiedenti asilo e popolazione si è registrato a Cipro (7,2 domande ogni 1000 abitanti), Grecia (6,6 richieste) e Irlanda e Spagna (entrambi con 3,4 domande). In Italia questo valore si attesta a 0,2 domande ogni mille abitanti, non esattamente i numeri di una “sostituzione etnica”.
I minori non accompagnati sono 36.300, dei quali 13.300 hanno presentato la loro domanda in Germania (37 per cento sul totale dei minorenni senza accompagnamento), 4.300 nei Paesi Bassi (12 per cento) e 4000 in Grecia (12 per cento). Di questi 11.600 venivano dalla Siria (32 per cento), 5.700 dall’Afganistan (16 per cento) e 2400 dalla Somalia (7 per cento).

La questione migratoria è stata il tema centrale della riunione di coordinamento tenutasi questa mattina prima del Consiglio europeo, e presieduta dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dal Primo ministro dei Paesi Bassi, Dick Schoof, e dalla Ministra di Stato della Danimarca Mette Frederiksen. Oltre alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, hanno preso parte all’incontro i Capi di Stato o di Governo di Austria, Belgio, Cipro, Danimarca, Finlandia, Grecia, Lettonia, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Repubblica ceca, Svezia e Ungheria.
La leader Ue ha illustrato ai capi di stato e di governo presenti la stretta sui rimpatri presentata lo scorso 11 marzo. Come riporta una nota di Palazzo Chigi, Meloni ha invece auspicato “rapidi sviluppi anche in tema di lista europea di Paesi sicuri di origine e di anticipo di alcuni aspetti del Patto Migrazione e Asilo, a partire dal concetto di Paese sicuro di origine”.