Bruxelles – Una denuncia contro la magistratura belga per “danno di immagine”. L’eurodeputato di Forza Italia Marco Falcone sta riflettendo su questa iniziativa contro gli inquirenti che, con grande clamore di stampa, nei giorni scorsi avevano richiesto il sequestro degli uffici dei suoi assistenti Francesco Vasta e Paolo Campisi nel quando delle indagini su una presunta azione corruttiva del gigante cinese delle Tlc Huawei.
I sigilli sono stati rimossi poi nel giro di pochi giorni, e a quanto si apprende nessun provvedimento è stato preso né nei confronti di Falcone né del suo staff.
“In relazione alle vicende che, negli ultimi giorni, hanno riguardato l’ufficio dei miei assistenti parlamentari a Bruxelles, intendo rendere nota l’avvenuta restituzione nella nostra piena disponibilità di tali locali, interdetti dalle autorità lo scorso giovedì”, ha annunciato due giorni fa Falcone.
I sigilli, insiste il parlamentare, che è vice capo delegazione di Forza Italia, “erano stati collocati malgrado la totale estraneità, mia e dei miei assistenti Francesco Vasta e Paolo Campisi, all’inchiesta su Huawei”.
In particolare poi Falcone, eletto nella circoscrizione Isole, insiste che “la nostra attività parlamentare e gli incontri svolti con i portatori di interesse, in questi mesi, non hanno mai riguardato tale ambito”.
Dunque “stiamo valutando in queste ore l’opportunità di rivalerci nelle sedi opportune per il danno d’immagine arrecato, in questi giorni, dai fatti verificatisi”, annuncia.