“Essere pronti al peggio”: l’Ue approva il suo libro bianco per la difesa
Il collegio dei commissari licenzia la versione definitiva del documento, accompagnato dalla comunicazione che chiarisce come usare il patto di stabilità per favorire il settore
Bruxelles – L’impianto di base non cambia, così come invariate sono anche le soluzioni finanziarie. Soprattutto, resta immutato il senso di urgenza ed “essere pronti al peggio”. Il libro bianco per il futuro della difesa, nella sua versione definitiva che sarà discusso dai capi di Stato e di governo nell’Ue nel vertice di questa settimana (20-21 marzo) mantiene l’impianto originario e apre alla possibilità di lavorare assieme ai partner non Ue, il che si traduce nella possibilità di appalti congiunti con la Norvegia e più cooperazione con Regno Unito, Canada, Giappone, India e Corea del sud.
“Ora si tratta di attuare, attuare e attuare, perché non fermeremo [il presidente russo] Putin leggendo questo libro bianco”, sottolinea il commissario per la Difesa, Andrius Kubilius, il quale tiene a sottolineare che “non si tratta solo di forza militare, ma della nostra prontezza, autonomia strategica e del futuro dell’Europa come attore globale“. Però c’è una volontà di potenza mista a paura a guidare l’azione a dodici stelle. Si teme che la Russia di Putin “potrebbe testare la nostra capacità di risposta militare da qui a cinque anni”, ammettono in Commissione, ed è per questo che come Ue “dobbiamo ripristinare deterrente credibile”. Il libro bianco per la difesa risponde a questo.
L’Alta rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Ue, Kaja Kallas, invita ad attenersi al piano messo a punto dal collegio dei commissari perché, sottolinea, “dobbiamo essere preparati al peggio“, e perché “siamo sempre più forti insieme”, anche “nel difendere un mondo in cui la forza non fa il diritto”. A proposito: Kubilius e Kallas, lituano il primo ed estone la seconda, rappresentano Paesi Ue che annunciano l’intenzione – assieme a Lettonia e Polonia – di fare carta straccia del trattato che proibisce l’utilizzo di mine anti-uomo. Sempre in nome della sicurezza e della difesa anti-russa. E’ l’Ue dei valori non assoluti ma piegabili alle logiche dell’era storica. Del resto, come ripetuto dalla presidente dell’esecutivo comunitario, Ursula von der Leyen, l’Ue “deve prepararsi alla guerra”. Il libro bianco della difesa è inteso anche a questo.
L’Alto rappresentante per la Politica estera e di sicurezza dell’Ue, Kaja Kallas, e il commissario per la Difesa, Andrius Kubilius [Bruxelles, 19 marzo 2025. Foto: Emanuele Bonini per Eunews]
Munizioni, droni, intelligenza artificiale: dove comprare
Nel libro bianco sul futuro della difesa, che la Commissione presenta assieme alla versione consolidata del piano ‘RearmEU’, si conferma la lista delle carenze su cui lavorare con senso di urgenza e priorità. Progetti comuni su cui si ravvede la necessità di lavorare includono sistemi di difesa aerea e missilistica, droni e sistemi anti-droni, sistemi avanzati di artiglieria (inclusi missili ad alta precisione e a lungo raggio), munizioni, sistemi informativi e intelligenza artificiale, capacità di combattimento terrestre, marittimo e aereo. E’ in tutto questo che gli Stati membri dovrebbero darsi da fare, con la Commissione che si offre per agire da cabina di regia.
Obiettivo industriale: comprare europeo
In questo lavorio il principio di base è la “preferenza europea”, un modo per dire che bisogna puntare su produzione e acquisto di apparecchiature, prodotti e tecnologie ‘made in Ue’. Un modo di fare che si dovrebbe basare su tre principi: cercare una soluzione europea; negoziare con produttori e fornitori europei riduzione di prezzi e tempi di consegna, “possibilmente con il sostegno Ue”; qualora una soluzione europea non fosse disponibile ai prezzi o alle tempistiche richiesti, gli Stati membri dovrebbero rivolgersi insieme a fornitori di Paesi terzi chiedendo pieno controllo del processo.
Sostegno Ue tramite bilancio comune e semplificazione normativa
A livello finanziario il libro bianco della Commissione non contiene novità rispetto alle impostazioni manifestate fin qui. Resta fermo l‘impegno a fornire prestiti agli Stati membri per 150 miliardi di euro attraverso fondi da reperire sui mercati e garantiti dal bilancio dell’Unione europea. A questo si aggiungono otto miliardi per le attività di ricerca e sviluppo attraverso il Fondo europeo per la difesa, e i 300 milioni di euro messi a disposizioni dal programma Edirpa per gli appalti congiunti, con cui mobilitare fino a 11 miliardi di euro in investimenti aggiuntivi.
E’ solo l’inizio di un processo che la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, intende portare avanti sin da subito. Annuncia nel libro bianco l’intenzione di avviare “immediatamente” un dialogo strategico con l’industria del settore della difesa, e di produrre per il comparto una proposta di semplificazione normativa “entro giugno 2025” attraverso un nuovo pacchetto omnibus. Ancora, “azioni correttive appropriate” verranno prese per risolvere il problema della mobilità militare e rimuovere così “gli ostacoli allo spostamento di truppe ed equipaggiamento” che ancora permangono.
Conti pubblici, i limiti al patto di stabilità
Resta ferma l’intenzione di sospendere per quattro anni il patto di stabilità interno, non il patto Ue, per permettere agli Stati membri di accrescere gli investimenti nel settore della difesa. La comunicazione in materia specifica non solo la durata massima, a partire dal 2025 e quindi ammissibile fino a tutto il 2028, ma anche quanta flessibilità viene data. Si prende come riferimento il 2021, anno in cui la spesa militare dei singoli Stati era più bassa degli ultimi anni. Da quel valore di riferimento a ogni Paesi membri verrà concesso di spendere fino all’1,5 per cento di Pil in più all’anno e sforare il tetto del 3 per cento nel tetto deficit/Pil senza che la Commissione proponga l’avvio per deficit eccessivo. Se si spende di più si applicheranno invece le regole senza alcuna eccezione. Ciò al fine di garantire che i disavanzi restino comunque sotto controllo e sostenibili.
La strategia dell’Ue “stimolerà anche la crescita economica, guiderà l’innovazione e creerà posti di lavoro, garantendo al contempo la sostenibilità fiscale”, evidenzia il commissario per l’Economia, Valdis Dombrovskis. Anche se, ammettono a Bruxelles, al momento non è possibile parlare di ritorni economici. “Non abbiamo stime sull’impatto di crescita dagli investimenti per la difesa”, ammettono fonti. Si può solo dire che “da ogni euro speso genereremo molti più euro”. Quanti, si capirà in seguito.
Integrazione industriale dell’Ucraina e sostegno militare
Resta fermo l’obiettivo strategico per il futuro della difesa riguarda l’integrazione dell’Ucraina all’Ue dal punto di vista industriale. Viene sottolinea la necessità di fare entrare il Paese candidato nel mercato settoriale a dodici stelle, “favorire investimenti diretti nell’industria della difesa ucraina”, garantendo al contempo “accesso ai servizi satellitari”, a partire da quelli forniti da Isac, il centro di condivisione dati e informazioni.
Oltre a questi si rinnova l’invito a fornire sostegno militare immediato per le necessità di breve periodo. Qui si insiste sulla necessità di fornire difesa aerea (missili ad alta precisione e droni), e si corregge al rialzo l’impegno per la fornitura di proiettili di largo calibro nel corso del 2025, adesso fissato a due milioni di pezzi anziché 1,5 milioni. Inoltre, si insiste sulle missioni di addestramento delle forze armate ucraine.