Bruxelles – Per l’industria europea, che cerca di ritagliarsi uno spazio di protagonismo tra instabilità e conflitti all’interno di un mercato globale sempre più competitivo, la circolarità può ancora costituire un elemento di rivalsa, specialmente grazie al contributo dell’Italia. Il settore è stato l’oggetto dell’evento di Confindustria ‘Loop Forward. Building a circular economy for a Sustainable and Competitive Europe’, tenutosi al Parlamento europeo a Bruxelles questa stamattina (18 marzo).
In occasione della conferenza, il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha sottolineato la necessità di puntare sulla circolarità per contrastare la crisi dell’industria europea. Il nostro Paese è il primo in Europa per riciclo delle materie prime: l’80 per cento del nostro acciaio viene prodotto con ferro di scarto, mentre il 72 per cento degli imballaggi in plastica vengono recuperati, abbattendo costi e impatto ambientale. In merito agli obiettivi di neutralità energetica e semplificazione della Commissione europea, il ministro non ha nascosto una certa insoddisfazione: “Dobbiamo avere obiettivi ambiziosi ma non ideologici. Non faccio mistero di non condividere assolutamente il metodo utilizzato: il motore elettrico è il più semplice da produrre, ma non poteva essere una posizione europea a imporre la tecnica, bensì l’obiettivo”. Per questa ragione, Pichetto ha ricordato lo sforzo del suo governo per chiedere un maggiore chiarimento normativo: “Ci siamo fatti promotori di regole più semplici e procedure di autorizzazione snellite per le materie prime critiche”.
Contro l’eccessiva regolamentazione è intervenuto anche Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, che ha dichiarato, senza mezzi termini, come le norme europee siano per i produttori “peggio dei dazi“. In merito ai dazi veri e propri, Orsini si è detto preoccupato, ricordando che per l’Italia, quarto Paese esportatore al mondo, “la guerra dei dazi è solo un male”, e perciò “Su questi temi l’Europa deve essere compatta e unita per poter negoziare immediatamente”. Una negoziazione rapida volta, tuttavia, a “rimettere al centro i rapporti che ci sono sempre stati tra l’Italia e l’America“. Il presidente ha accolto con favore il Piano per l’acciaio promosso dalla Commissione, tuttavia ha definito “fondamentale” trovare una cura efficace alla crisi industriale, chiedendo un prezzo adeguato per l’energia, che i metalli ferrosi restino nel mercato europeo e soprattutto una rivalutazione del sistema per lo scambio di quote di emissioni dei gas (Ets): “Il tema delle Ets è nato per un scopo nobile, ma si è trasformato in una mera speculazione. Dobbiamo tirare via le speculazioni finanziarie dagli Ets” ha concluso Orsini.
Il leader degli industriali italiani sembra anche preoccupato per l’enfasi con la quale in Europa si punta al rilancio degli investimenti per la Difesa. “All’interno di Confindustria abbiamo aziende che fanno difesa e, quindi, per noi la crescita della difesa vuol dire anche innovazioni, investimenti, perché sappiamo benissimo che l’innovazione nella difesa ha portato crescita anche in altri settori. È ovvio – sottolinea però -che non si può pensare solo alla difesa. In un momento come questo, dove geopoliticamente Cina e Stati Uniti stanno correndo, serve pensare a una politica fattiva, industriale, ovviamente delle imprese. Cioè oggi noi non possiamo ricordarci solo della difesa, ma dobbiamo pensare anche alle difficoltà che stanno vivendo le imprese“.