Bruxelles – “La società civile ha il potere di colmare i divari, di dare forza alle voci che si sentono inascoltate e di ricostruire la fiducia nei processi democratici”. Con queste parole il presidente del Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE) Oliver Röpke ha aperto la Civil Society Week, aggiungendo che “la partecipazione, il dialogo e la solidarietà non sono solo ideali, ma sono il fondamento di un’Europa unita e resiliente”. L’evento, a cui prendono parte oltre 800 tra rappresentanti della società civile, delle Ong e stakeholder, quest’anno ha come tema “Rafforzare la coesione e la rappresentazione nelle società polarizzate”.
L’obiettivo è dunque affrontare la crescente polarizzazione delle comunità europee, mettendo in evidenza il ruolo chiave che la società civile può svolgere in questo contesto e raccogliendo le soluzioni e le richieste di quest’ultima ai responsabili politici dell’Unione europea. L’evento terminerà giovedì (20 marzo) e vede tra gli altri la partecipazione della giornalista e attivista bielorussa Hanna Liubakova, che terrà domani (19 marzo) un punto sulle condizioni della libertà di stampa nel suo Paese d’origine.
Tra gli altri panel dell’agenda spicca in particolare quello di domani sul “Ruolo della tecnologia per il bene comune”, un tema quanto mai di attualità. Anche di questo si è parlato oggi nel workshop sul ruolo della società civile nell’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE), lo strumento giuridico che consente, tramite la raccolta di un milione di firme in un anno in almeno sette Stati membri, di chiedere alla Commissione europea di proporre atti legislativi. Secondo il campaign manager dell’European Movement International Sebastian Rodriguez, l’intelligenza artificiale può essere un utile aiuto nel progettare una campagna. Più freddi sul tema gli altri due relatori, il communication manager dell’European Youth Forum Benjamin De Moor e Attila Dabis, autore di una ICE che solo due settimane fa ha raggiunto il milione di firme sulla politica di coesione. Secondo loro, l’intelligenza artificiale non può sostituire il fattore umano nel convincimento delle persone.
I tre oratori hanno però concordato sul fatto che ogni campagna di questo tipo debba essere cucita su misura sul proprio pubblico. Questo vale per tutti gli ambiti: da quello geografico a quello del mezzo di raggiungimento, passando per la credibilità (non uguale per tutti gli interlocutori) di chi cerca di far passare il messaggio. L’ICE, introdotto dal Trattato di Lisbona, è uno strumento ancora poco utilizzato. Le iniziative che sono arrivate ad essere esaminate dalla Commissione ammontano appena a 11 e solo alcune di queste hanno prodotto delle modifiche legislative.