Bruxelles – I risparmi delle famiglie usati per sostenere il riarmo dell’Europa. E’ questa una delle ipotesi a cui ragiona la Commissione europea, pronta a presentare ai governi nazionali una proposta di comunicazione per una unione dei risparmi e degli investimenti. Una misura contenuta nel libro bianco per il futuro della difesa, il documento che presenta l’insieme delle misure concepite per creare un nuovo tipo di integrazione. Qui si legge che “l‘Unione dei risparmi e degli investimenti aiuterà a convogliare investimento privato aggiuntivo nel settore della difesa“.
Di nuovo non c’è nulla, a ben vedere. Il dibattito sui soldi dormienti in banca risale addirittura a un anno fa, e già in quel momento i ministri economici europei, specie quelli dei Paesi con la moneta unica, avvertivano la necessità di rimettere in circolo un capitale privato fatto di risparmi che può permettere quegli investimenti di cui ci sarebbe bisogno. Ci sono almeno 10mila miliardi di euro fermi in banca, utili per rilanciare economia e competitività europea. Solo che, rispetto a un anno fa, le priorità sono radicalmente cambiate e adesso si guarda a sicurezza e difesa.

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha fatto riferimento esplicito all’unione dei risparmi e degli investimenti nel libro bianco per la difesa (a pagina 17), ed è questo che inizia a generare scalpore. Se il concetto di base non cambia – vale a dire mettere le mani, pur pagandoli, sui risparmi di cittadini e famiglie – quello che cambia è l’utilizzo, ed è qui che si creano malumori: un conto è chiedere di usare soldi non propri per piste ciclabili, internet veloce o fattoria fotovoltaiche (la doppia transizione, insomma), altro conto è chiedere di usarli per sistemi di difesa aerea e missilistica, droni e sistemi anti-droni, sistemi avanzati di artiglieria (inclusi missili ad alta precisione e a lungo raggio), munizioni, sistemi informativi e intelligenza artificiale, capacità di combattimento terrestre, marittimo e aereo.
Dettagli non ve ne sono, visto che il team von der Leyen sta già lavorando a capofitto ad una proposta attesa il secondo trimestre del 2025, quindi tra aprile e giugno. L’Unione dei risparmi e degli investimenti, questo però l’esecutivo comunitario lo esplicita, “mira a collegare i risparmi agli investimenti più produttivi, con un focus sugli obiettivi strategici dell’Unione, tra cui innovazione, decarbonizzazione, tecnologie digitali e difesa”. Per indurre uomini e donne d’Europa a attivare le risorse dormienti in banca si intende prevedere l’aumento dei rendimenti sui risparmi e l’ampliamento delle opportunità di finanziamento per le imprese.