Bruxelles – “L’economia tedesca sta arrancando“. Da Timo Wollmershäuser, responsabile delle previsioni economiche presso Ifo, l’Istituto di ricerca economica di Monaco, non giungono rassicurazioni sulle difficoltà della principla economia dell’eurozona. I numeri a disposizione indicano “una crescita minima” del prodotto interno lordo (Pil) pari allo 0,2 percento per l’anno in corso. Vuol dire che le aspettative delle previsioni invernali sono state quindi abbassate di 0,2 punti percentuali. Dopo un 2024 a crescita zero, si prospetta un 2025 a crescita ‘zero e qualcosina’.
Il punto è che, spiega il capo delle previsioni Ifo, “nonostante una ripresa del potere d’acquisto, il sentimento dei consumatori rimane debole e anche le aziende sono riluttanti a investire“. In particolare, rileva l’istituto di Monaco, l’industria sta soffrendo per la debole domanda e la crescente pressione competitiva internazionale. Allo stesso tempo, le incertezze politiche sia in Germania che negli Stati Uniti stanno creando rischi considerevoli.
Pesa dunque la politica della nuova amministrazione di Donald Trump, considerata a Francoforte come “irregolare e protezionistica”, un problema per la tenuta a dodici stelle. “Una politica economica affidabile è fondamentale per creare fiducia e stimolare gli investimenti”, continua Wollmershäuser. “Le aziende hanno bisogno di certezza nella pianificazione”, sottolinea in riferimento al rischio dazi.
Le tariffe sulle importazioni già annunciate su beni provenienti da Messico, Canada e Cina e le tariffe di ritorsione stanno avendo un impatto negativo iniziale sulle economie statunitensi e globali. “Se le tariffe sui prodotti europei dovessero aumentare ulteriormente, ciò potrebbe colpire duramente le esportazioni tedesche“, avverte l’Ifo, preoccupato anche dalla politica interna. Sebbene si stiano discutendo misure per rafforzare infrastrutture e difesa, “resta da vedere se e quando saranno implementate”.