Bruxelles – Di fronte alle prime avvisaglie di un nuovo scandalo di presunta corruzione di alcuni eurodeputati, il Parlamento europeo si protegge e sospende “come misura precauzionale” l’accesso alle proprie sedi ai rappresentanti legati a Huawei. Lo rende noto oggi (14 marzo) un portavoce dell’istituzione Ue. La decisione sarà applicata con effetto immediato.
Il caso è scoppiato nella prima mattinata di ieri, con il blitz di un centinaio di agenti della polizia federale belga che hanno perquisito 21 appartamenti e uffici di lobbisti ed ex lobbisti del colosso cinese delle telecomunicazioni. Poche ore dopo, la procura di Bruxelles ha arrestato una persona a Strasburgo e disposto di sigillare gli uffici assegnati a due assistenti parlamentari nella sede dell’Eurocamera della capitale belga. I due sarebbero “presumibilmente coinvolti” nel sistema di corruzione “praticato regolarmente e in modo molto discreto dal 2021 ad oggi a beneficio della società Huawei”, ha confermato la procura in un comunicato.
Nel frattempo, si stanno svolgendo gli interrogatori di alcuni lobbisti legati all’azienda cinese, arrestati ieri all’alba. La procura federale del Belgio comunicherà soltanto lunedì la decisione sulla convalida dei fermi, il cui termine massimo è di 48 ore. Secondo le rivelazioni del quotidiano belga Le Soir, ad essere coinvolti sarebbero una quindicina tra eurodeputati ed ex membri eletti del Parlamento europeo, sospettati di aver – come ricostruito dalla polizia stessa – “preso posizioni politiche” in cambio di “compensi o regali smisurati, come spese di vitto, di viaggio o regolari inviti a partite di calcio”.