Bruxelles – Il Parlamento europeo conferma il proprio sostegno all’Ucraina aggredita. All’indomani dell’accordo raggiunto tra Kiev e Washington sui termini di un potenziale cessate il fuoco, da Strasburgo arriva l’ennesima, convinta presa di posizione degli eurodeputati. Che, al netto delle defezioni (prevedibili) degli italiani, ripetono la necessità di pervenire ad una “pace giusta e duratura” al conflitto in corso.
La risoluzione non vincolante approvata oggi (12 marzo) dall’Eurocamera, riunita in plenaria a Strasburgo, ribadisce che l’Ue deve continuare a rimanere al fianco dell’ex repubblica sovietica, impegnata da tre anni nella resistenza all’invasione russa. Bruxelles è chiamata a fornire all’Ucraina solide garanzie di sicurezza e, insieme agli Stati membri, deve “aumentare in modo significativo la necessaria assistenza” a Kiev.
I deputati sottolineano che la leadership ucraina non va spinta ad accettare una “resa” e che i Ventisette devono prendere parte alla definizione della nuova architettura della sicurezza continentale, sostenendo parallelamente la creazione di una “coalizione dei volenterosi” sotto l’egida franco-britannica per inviare in Ucraina una forza d’interposizione.
E non hanno risparmiato frecciate alla Casa Bianca di Donald Trump, criticando Washington per l’approccio eccessivamente morbido adottato nei confronti di Mosca – contro la quale i parlamentari chiedono sanzioni più stringenti nonché la confisca dei beni congelati per ripagare la ricostruzione ucraina – e per le “pressioni” sugli alleati europei ed ucraini. Infine, l’emiciclo ha chiesto di accelerare sul processo di adesione di Kiev al club a dodici stelle.

Il meloniano Nicola Procaccini, co-capogruppo dei Conservatori (Ecr), aveva provato a rimandare la votazione sostenendo che una presa di posizione forte dell’Aula rischierebbe di compromettere la delicata discussione in corso tra Stati Uniti e Russia sulle condizioni del cessate il fuoco che sono state concordate ieri a Gedda – in merito alle quali il Cremlino deve ancora esprimersi ufficialmente – gettando una luce negativa sugli sforzi dell’amministrazione a stelle e strisce.
Ma l’emiciclo ha bocciato la sua richiesta, e dunque la risoluzione comune presentata da Ppe, S&D, Ecr, Renew e Verdi (che faceva seguito ad un dibattito dello scorso febbraio) è passata con 442 voti favorevoli, 98 contrari e 126 astensioni.
Tra gli italiani, le fratture si sono registrate soprattutto nel Pd (il capodelegazione Nicola Zingaretti ha votato in dissenso, Cecilia Strada e Marco Tarquinio si sono astenuti e i restanti 18 hanno sostenuto il testo), mentre Fi ha dato un “sì” convinto, FdI si è astenuta (a parte Sergio Berlato, che ha votato contro) e, infine, Lega, M5s e Avs hanno votato compattamente contro alla risoluzione (dei quattro Verdi, solo Ignazio Marino ha votato a favore, laddove per Sinistra italiana c’era solo Mimmo Lucano, che ha votato “no”).
Un aggiornamento al testo per includere un riferimento ai colloqui di ieri è comunque stato approvato dai deputati, con un emendamento orale (presentato dal popolare tedesco Michael Gahler) secondo cui il Parlamento “accoglie con favore la dichiarazione congiunta dell’Ucraina e degli Stati Uniti a seguito del loro incontro” in Arabia Saudita e “ricorda che un cessate il fuoco può essere uno strumento efficace di sospensione delle ostilità solo se l’aggressore vi aderisce pienamente“, auspicando pertanto “che la Russia lo accetti e lo segua cessando tutti gli attacchi alla popolazione civile, alle infrastrutture e al territorio ucraini”.