Bruxelles – Utilizzare il programma europeo per gli investimenti per stimolare l’industria della difesa, senza così incidere sui bilanci nazionali. E’ l’idea dell’Italia, proposta in occasione della riunione del consiglio Ecofin dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. “Siamo a favore del rafforzamento di InvestEU per la difesa“, confida nel corso della sessione pubblica di lavori. E’ questo il modo per rilanciare un settore che non è solo nazionale, ma strategico per tutti i governi degli Stati membri.
L’idea italiana risponde alla necessità di governo di un approccio prudente, che non produca malcontenti oltre a ulteriore indebitamento. Perché, e questo Giorgetti lo dice chiaramente ai partner, l’Italia “non può concepire il finanziamento della difesa a scapito della spesa sanitaria e dei servizi pubblici”. Qualcosa che rischia di risultare come eccessivamente impopolare. Viceversa, “un fondo di garanzia di circa 16 miliardi di euro potrà mobilitare fino a 200 miliardi di investimenti industriali aggiuntivi”, e queste garanzie potrebbe offrirle l’Ue attraverso il suo bilancio e i suoi programmi, incluso per quello InvestEU per gli investimenti. “Siamo quindi favorevoli al rafforzamento di InvestEU per la difesa per accrescere la sua capacità di attrazione di investitori privati e il suo appetito per il rischio”, ribadisce il titolare del Tesoro.
Dopo il nuovo stop tedesco-olandese all’idea di nuovi eurobond l’idea raccoglie consensi. E’ in particolare la Francia a guardare con vivo interesse al contributo che arriva da Roma. “Accolgo con favore la proposta dell’Italia per la difesa, che ritengo possa essere presa in considerazione perché potrebbe fornire un nuovo strumento”, il commento del ministro delle Finanze di Parigi, Eric Lombard. Pubblico sostegno alla possibilità di rilanciare investimenti per difesa e tecnologie spaziali tramite InvestEU arriva anche dalla Grecia.
Tiepida la reazione tedesca, con il ministro Jorg Kukies che riconosce l’importanza dello strumento InvestEU e il fatto che non grava sui bilanci nazionali, ma, avverte, attingere da lì “avrà un impatto per il bilancio comune”. All’idea di Giorgetti si oppone invece Malta: “Le priorità dello strumento devono restare invariate“, sottolinea il ministro delle Finanze, Clyde Caruana.