Bruxelles – Ennesima porta in faccia per Călin Georgescu, il candidato filorusso arrivato primo alle presidenziali romene annullate lo scorso dicembre. Per la seconda volta in poco più di un mese, la Corte europea dei dritti dell’uomo ha respinto il ricorso del politico ultranazionalista, giudicandolo irricevibile.
Con decisione unanime della commissione competente composta da tre giudici, la Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu), con sede a Strasburgo, ha respinto stamattina (6 marzo) il ricorso presentato da Călin Georgescu. Il 62enne ultranazionalista cercava rimedio legale contro l’invalidazione delle elezioni presidenziali romene svoltesi il 24 novembre (dal cui primo turno era uscito vincitore, qualificandosi per il ballottaggio), decisa dalla Corte costituzionale di Bucarest a due giorni dal secondo turno sulla base di informazioni declassificate dei servizi riguardo a interferenze russe sul processo elettorale.
Nel suo ricorso, sosteneva che l’annullamento della tornata elettorale violava il suo diritto a libere elezioni, sancito dalla Convenzione europea sui diritti dell’uomo che fa da statuto alla Corte di Strasburgo, nonché altri diritti procedurali (ad un equo processo e ad un ricorso effettivo). Lamentava inoltre ulteriori violazioni della sua libertà di espressione e di quella di associazione, sostenendo che la decisione della Corte costituzionale romena era illegittima, sproporzionata e politicamente motivata.
Calin Georgescu v. Romania – Curtea Europeana a Drepturilor Omului respinge cererea lui Calin Georgescu privind anularea alegerilor prezidentiale din România https://t.co/VEDxpAheEc#ECHR #CEDH #ECHRpress pic.twitter.com/SpBlAyui4r
— ECHR CEDH (@ECHR_CEDH) March 6, 2025
Tutte accuse respinte al mittente dai giudici a Strasburgo, che hanno basato la propria decisione sulle disposizioni pertinenti della normativa romena, mentre i punti relativi specificamente alle presunte interferenze politiche che avrebbero motivato l’esclusione di Georgescu dal processo elettorale sono stati considerati manifestamente infondati.
È la seconda volta che l’ex candidato filorusso perde un ricorso alla Cedu. A fine gennaio, la Corte aveva respinto la sua richiesta di adottare un provvedimento provvisorio sempre in relazione all’annullamento delle presidenziali.
In ordine cronologico, l’ultima tegola sulla testa di Georgescu era caduta lo scorso 26 febbraio, quando era stato fermato (e poi rilasciato) dalle autorità romene che stanno indagando su una serie di irregolarità riscontrate nel primo turno delle elezioni di novembre. Al centro delle investigazioni non ci sarebbe direttamente Georgescu, almeno per ora. La nuova data fissata per le presidenziali è il 4 maggio, col ballottaggio in calendario per il 18 maggio.