Bruxelles – Di fronte al precipitare degli eventi, con Trump che minaccia di chiudere l’ombrello americano sull’Europa e di voltare le spalle all’Ucraina, il piano per il riarmo dell’Ue non può attendere il lungo iter legislativo previsto a Bruxelles. Ursula von der Leyen ha informato i gruppi politici di voler ricorrere alla procedura d’urgenza e aggirare l’Eurocamera per tagliare i tempi, negoziando direttamente il testo con i soli Paesi membri nel Consiglio dell’Ue. La presidente dei socialdemocratici (S&d), Iratxe García Pérez, ha annunciato che il suo gruppo è pronto a farsi da parte e a lavorare “con responsabilità” insieme alla Commissione europea. Ma dovrà fare i conti con le altre anime della famiglia socialista, a partire dalla leader del Partito Democratico, Elly Schlein.
In realtà, l’attivazione dell’articolo 122 del Tfue, nei casi in cui “sorgano gravi difficoltà nell’approvvigionamento di determinati prodotti”, spetta esclusivamente alla Commissione europea, sovrana nel presentare proposte legislative. Von der Leyen non ha dunque bisogno del sostegno dei gruppi politici per farlo: “So che l’articolo 122 non vi piace, ma è lo strumento più rapido fornito dai trattati. L’intenzione non è quella di aggirare il Parlamento, ma si tratta di un’emergenza esistenziale“, avrebbe spiegato ieri (5 marzo) alla Conferenza dei Presidenti (Cop) dell’Eurocamera. Rimane però una mossa che rischia di essere fortemente impopolare, se non gode dell’appoggio politico della maggioranza che l’ha votata.
Se popolari – gruppo di provenienza di von der Leyen – e liberali – la capogruppo Valerie Hayer ha definito il piano “un buon primo passo che dimostra l’unità e la prontezza dell’Ue” – hanno accolto con entusiasmo le linee guida presentate dalla leader Ue, nelle file S&d sono emerse alcune perplessità. I leader delle delegazioni nazionali della famiglia socialista ne hanno discusso questa mattina in vista del Consiglio europeo straordinario su Ucraina e sicurezza in corso nella capitale Ue. La segretaria dem ha “ribadito le critiche” al piano di von der Leyen: “Noi crediamo che serva una difesa davvero comune, non l’aiuto al riarmo dei singoli stati nazionali“, ha attaccato Schlein parlando con la stampa a margine dell’incontro.

Tra i cinque punti di Rearm Europe, il più dibattuto è l’idea di dirottare una parte dei fondi di Coesione alla spesa militare: una proposta “inaccettabile”, secondo i dem, che nel gruppo socialista all’Eurocamera sono la delegazione più numerosa. Non solo, Schlein ha toccato la delicata questione dell’indebitamento comune, sottolineando che la strategia della Commissione europea è “tutta basata sui debiti nazionali” che rischia di riproporre “Il film visto sugli aiuti di Stato durante la pandemia”, con “i Paesi con più margine fiscale che possono fare molto e i Paesi con meno margine fiscale che possono fare poco”.
La leader dem ha affermato di aver “trovato riscontri positivi anche nelle altre forze socialiste”. A partire dall’omologo francese, Olivier Faure, che ha avvertito che anche per i socialisti d’oltralpe “è impossibile” accettare che i fondi di coesione possano essere reindirizzati alla difesa. Sulla linea di Schlein, Faure ha suggerito inoltre che, rispetto agli Stati nazionali, “la stessa Unione europea non è indebitata e quindi può anche prendere in prestito” capitali sui mercati finanziari. “A queste condizioni, possiamo rispondere alla grande sfida che abbiamo davanti di rafforzare la nostra difesa senza abbandonare il sistema sociale e la transizione ecologica”, ha messo in chiaro Faure.
Di condizioni ha parlato la stessa Schlein: “Continueremo a costruire condizionalità per cambiare le proposte di von der Leyen e rivolgerle verso progetti comuni”, ha dichiarato. L’Eurocamera ne dibatterà la prossima settimana durante la sessione plenaria di Strasburgo, in cui è prevista una risoluzione sul Libro bianco per la Difesa che la Commissione europea presenterà il 19 marzo. Nel documento messo ai voti, i gruppi politici cercheranno di indirizzare il lavoro dell’esecutivo Ue nella stesura della proposta legislativa.
Garcia Perez, capogruppo S&d, ha cercato di abbassare i toni: “Sosterremo il piano” Rearm Europe, “ma in ogni caso è importante inviare il messaggio che il Parlamento europeo vuole essere parte di questa discussione e siamo pronti a essere responsabili per lavorare con la procedura d’urgenza”, ha confermato ai cronisti all’arrivo al summit socialista.