Bruxelles – Risse da stadio al Parlamento serbo. Con tanto di fumogeni. Succede mentre nello Stato balcanico si avvita una delle più gravi crisi politiche di sempre, con manifestazioni di piazza oceaniche che chiedono a gran voce le dimissioni del presidente Aleksandar Vučić e la fine della corruzione che attanaglia il Paese.
Pessimo inizio per l’anno parlamentare di Belgrado. Tutto è cominciato quando, durante la prima sessione dell’Assemblea nazionale (il legislativo monocamerale) tenutasi oggi (4 marzo), i partiti che sostengono la coalizione di governo hanno approvato l’ordine del giorno. A quel punto, alcuni deputati della minoranza hanno iniziato a protestare sostenendo che l’esecutivo non è legittimo, viste le dimissioni di Miloš Vučević datate 28 gennaio.
La protesta è degenerata rapidamente, finché alcuni deputati dell’opposizione (almeno stando ai primi filmati disponibili in rete) si sono diretti verso i banchi del governo, venendo placcati dalla sicurezza. Poco dopo, nell’emiciclo sono comparsi dei razzi, dei fumogeni e dei gas lacrimogeni oltre ai più tradizionali cartelli e striscioni, ma la sessione di lavoro è continuata tra i cori, i fischi e le vuvuzelas. Secondo la presidente dell’Aula, Ana Brnabić, almeno due deputati sarebbero rimasti feriti nei tafferugli.
VIDEO: Serbia opposition disrupts parliament with flares, suspected tear gas
Lawmakers carried out the protest on the opening day of the spring session of parliament, in a sign of support for an ongoing, student-led anti-corruption movement#AFPVertical pic.twitter.com/0ncMMeggTx
— AFP News Agency (@AFP) March 4, 2025
“Riteniamo che solo un punto possa essere inserito nell’ordine del giorno, ovvero il soddisfacimento delle richieste degli studenti“, ha dichiarato il leader del Fronte verde-sinistra, Radomir Lazović. Il riferimento è alle partecipate proteste che, guidate dai ragazzi che frequentano le università (ma presto allargatesi trasversalmente fino a coinvolgere l’intero corpo sociale serbo), stanno scuotendo il Paese dallo scorso novembre, paralizzandolo e ponendo in questione la presa sul potere del presidente della Repubblica, Aleksandar Vučić.
Mentre continuava il caos in Aula, fuori dall’Assemblea si è radunata una folla di manifestanti che ha continuato a chiedere le dimissioni del capo dello Stato e la fine della corruzione, percepita come sistemica nel Paese.