Oltre 2,5 milioni di posti di lavoro nell’Unione, circa 500 siti di produzione in 22 Stati membri, un contributo di circa 80 miliardi di euro al Pil comunitario. Questi sono i numeri di un comparto ritenuto essenziale per l’economia dell’Ue e la sua autonomia strategica, che fornisce input essenziali a settori critici come l’automotive, l’edilizia, la difesa, le tecnologie net-zero, i veicoli elettrici (EV) e le infrastrutture critiche, sostenendo intere catene del valore industriali. Numeri rappresentati nella riunione a cui hanno partecipato ventuno organizzazioni: Acea, Agora Industry, ArcelorMittal, Celsa Group, Eurometal, Euromines, Eurofer – European Steel Association, Euric, Espa – European Steel Processors Association, Feralpi, Fiec, GravitHy, IndustriAll, Outokumpo, Riva-Stahl, Salzgitter, Stegra, Tata Steel Europe, ThyssenKrupp Steel Europe, WindEurope, Zeliziarne Podbrezova.
Per Bruxelles, il primo dialogo di oggi ha consentito alla Commissione e agli attori chiave di iniziare a tracciare la strada da seguire. “Già con il Clean Industrial Deal adottato a febbraio, la Commissione ha adottato misure coraggiose per aiutare le industrie ad alta intensità energetica ad abbassare i costi energetici e ad affrontare le sovracapacità globali”, ha evidenziato l’esecutivo Ue. Ma l’esito del Dialogo confluirà in un “Piano d’azione su acciaio e metalli che indicherà ulteriori azioni prioritarie specifiche per il settore nonché misure a lungo termine per sostituire le misure di salvaguardia della difesa commerciale in scadenza a giugno 2026″. Più nello specifico, il Piano d’azione affronterà varie questioni rilevanti per il settore, come “garantire che la produzione di acciaio pulito sia commercialmente sostenibile”; “concordare su come rispondere al meglio alle pratiche commerciali sleali e ingiustificate”; “identificare misure a lungo termine che potrebbero sostituire al meglio le attuali misure di salvaguardia”.
“Siamo grati che la Commissione, al massimo livello, non solo riconosca queste sfide, ma voglia anche collaborare con la nostra industria per trovare le giuste soluzioni. Non vediamo l’ora di vedere queste soluzioni riflesse in proposte e legislazione, a partire dal prossimo Piano d’azione per l’acciaio che è stato annunciato per il 19 marzo e dalla revisione delle salvaguardie siderurgiche dell’Ue entro il primo aprile”, ha affermato Axel Eggert, direttore generale dell’Associazione europea dell’Acciaio (Eurofer) all’uscita dal Dialogo. Secondo Eggert nel Piano d’azione non conterrà “tutti i dettagli, ma saranno visibili le indicazioni sulla direzione nella quale l’Europa sta andando sull’acciaio”. E in quel documento, a suo avviso, sarà necessario vedere sei -sette misure. “Innanzitutto, affrontare gli effetti di ricaduta della sovracapacità globale di acciaio sul mercato europeo dell’acciaio. In secondo luogo, far funzionare la misura di adeguamento del carbonio alla frontiera (Cbam) in modo efficace ed evitare scappatoie. Terzo, mitigare l’enorme impatto dei prezzi dell’energia sulle industrie ad alta intensità energetica. Quattro, guardare a come possiamo utilizzare meglio i rottami all’interno dei confini dell’Ue, mentre oggi vengono esportati. Quinto, avere mercati guida per l’acciaio verde. Sei sostenere gli investimenti, ad esempio la Banca per la decarbonizzazione. E il settimo punto è, ovviamente, il fatto che abbiamo bisogno di posti di lavoro di qualità”, ha spiegato. La risposta, il 19 marzo.