Bruxelles – Sempre più pagamenti con carta di pagamento, e tutti con operatori internazionali non europei. Il modo di fare acquisti nell’Ue e nella sua area dell’euro è oggetto di continue attenzioni e rinnovati inviti a riconsiderare usi e costumi consolidati. La Banca centrale europea, nell’ultima relazione sui pagamenti non in contanti, evidenzia come “dal 2019 il tasso di utilizzo delle carte nell’Ue è cresciuto in modo significativo“. Nello specifico, rileva la Bce, “con quasi 70 miliardi di pagamenti nel 2023, le carte di pagamento sono lo strumento di pagamento elettronico più utilizzato“, totalizzando già più della metà (54 per cento) di tutte le transazioni non in contanti, con bonifici che rappresentano il 22 per cento, addebiti diretti per il 15 per cento e pagamenti con moneta elettronica per il 7 per cento.
Il problema in tutto questo è che per pagare con carta ci si affida a operatori e circuiti stranieri. La relazione mostra che attualmente nell’Ue sono attivi solo nove sistemi di carte nazionali, ciascuno che opera in un solo Stato membro. Solo nell’area dell’euro 13 paesi si affidano interamente a schemi di carte internazionali per le transazioni con carta. Di conseguenza, avverte la Bce, “i risultati della relazione sollevano interrogativi sull’autonomia strategica dell’Ue nei pagamenti, in particolare data la crescente posizione dominante dei sistemi di carte internazionali”.
Proprio perché, avvertono gli analisti dell’Eurotower, l’Ue oggi fa ancora “molto affidamento” su soluzioni non Ue per gestire i pagamenti con carta, si sottolinea “l’importanza di attuare una soluzione Ue” nel punto di interazione per garantire la resilienza operativa e l’autonomia strategica dei sistemi di pagamento europei. Il progetto di ‘euro digitale’ è concepito proprio per questo, vale a dire un sistema di pagamenti elettronici e digitali tutto europeo per le operazioni da condurre all’interno del mercato unico europeo, e su questo la Bce intende lavorare.