Bruxelles – In un mondo che cambia, e che offre sempre meno certezze ora che alla Casa Bianca è tornato Donald Trump, l’Ue cerca nuovi partner. E rafforza la cooperazione con gli Stati che, come l’India, stanno acquistando un peso sempre maggiore nell’arena internazionale. Così, la prima visita ufficiale dell’esecutivo comunitario sarà a Nuova Delhi. Non ci si aspetta il lancio di nessuna iniziativa formale, ma sarà l’occasione per dimostrare tangibilmente l’intenzione di legare il destino dei Ventisette a quello della potenza asiatica in ascesa, per limitare i danni delle decisioni unilaterali prese dal presidente Usa.
Partenariato strategico
Era il 21 gennaio quando, dal palco del World economic forum di Davos, la capa della Commissione europea Ursula von der Leyen annunciava che si sarebbe recata in India per incontrare il primo ministro Narendra Modi e il resto del suo governo. La data prescelta è alla fine del mese, precisamente giovedì 27 e venerdì 28 febbraio (anche se il primo dei due giorni sarà dedicato quasi interamente agli spostamenti). Saranno presenti 21 commissari su 27, compresa la presidente.
L’obiettivo di Bruxelles è definire la nuova agenda strategica su cui (re)impostare le relazioni con Nuova Delhi, che dovrebbe venire adottata ufficialmente durante il prossimo Summit Ue-India previsto per la seconda metà dell’anno. Pertanto, gli incontri di venerdì – che includeranno una serie di bilaterali non solo tra von der Leyen e Modi ma anche tra i commissari Ue e i loro omologhi indiani – non sono dedicati a prendere impegni specifici ma a far progredire il dialogo sulle questioni considerate cruciali, nel quadro del partenariato strategico avviato nel lontano 2004. “Il 2025 sarà l’anno delle relazioni tra Ue e India”, ha assicurato una funzionaria comunitaria.
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Il nodo della sicurezza
Sul tavolo ci saranno, tra le altre cose, il commercio, la competitività, la sicurezza e la difesa. “L’India è cruciale per il de-risking” strategico del Vecchio continente, per “aumentare la nostra resilienza e diversificare gli investimenti“, ha puntualizzato un altro funzionario. Di più, il Paese asiatico è “una di quelle grandi potenze con cui vorremmo unire le forze” per garantire la tenuta del sistema di sicurezza internazionale, soprattutto alla luce della guerra d’aggressione russa in Ucraina che è entrata ieri nel suo quarto anno.
Proprio quello relativo all’Ucraina è un capitolo importante, fanno notare dalla Commissione, soprattutto per quanto riguarda le misure restrittive imposte sul Cremlino e la loro applicazione. Nuova Delhi è sospettata di acquistare da Mosca una parte del petrolio greggio sanzionato dall’Ue e di far entrare nella Federazione materiale aeronautico europeo, ma questo tema non dovrebbe essere affrontato nei colloqui di venerdì, almeno stando alle anticipazioni ufficiali.
La sicurezza eurasiatica e quella indo-pacifica sono collegate, è il ritornello al Berlaymont, e dunque il dialogo con Nuova Delhi – considerata “un campione e uno sponsor della pace” – è fondamentale. Del resto, la cooperazione è già attiva in alcuni ambiti tra cui il contrasto al terrorismo e la gestione delle crisi, mentre si dovrebbe espandere presto la collaborazione anche in materia di sicurezza informatica e nello spazio.
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Come spiega a Eunews James Crabtree dello European council on foreign relations (Ecfr), un think tank con sede a Bruxelles che indaga la politica internazionale, “sia l’Europa che l’India si trovano in un momento di urgente ricalibrazione strategica” dovuto alla seconda presidenza Trump. “È difficile immaginare un momento migliore per rivitalizzare i legami storicamente poco solidi” tra le due parti, sostiene l’analista, dal momento che con il tycoon al potere gli Stati Uniti sono “nuovamente capricciosi” (dai dazi doganali allo stravolgimento della politica di sicurezza europea).
Dialogo commerciale
In materia di commercio, un elemento importante sarà il dialogo sui progressi verso la stipula del trattato di libero scambio (Fta nell’acronimo inglese), i cui negoziati erano iniziati nel 2007 per interrompersi nel 2013 e riprendere dopo otto anni nel maggio 2021. Tra i punti su cui manca ancora la quadra ci sono, soprattutto, le barriere (doganali e non) agli scambi tra le due economie – in particolare relativamente ad alcuni prodotti chiave come le automobili e gli alcolici – che sono sbilanciate essendo più alte per le aziende europee che cercano di esportare in India. Uno dei bilaterali da tenere d’occhio sarà quello tra il responsabile del Commercio di Bruxelles, Maroš Šefčovič, e il ministro indiano Piyush Goyal.
Durante la visita del Collegio a Nuova Delhi, si riunirà per la seconda volta anche il Consiglio per il commercio e la tecnologia (Ttc), dopo il primo incontro risalente al maggio 2023. A rappresentare l’Unione saranno la vicepresidente esecutiva della Commissione con delega alla Sovranità tecnologica Henna Virkkunen, il già citato Šefčovič e la titolare della Ricerca e dell’innovazione Ekaterina Zaharieva. Tra gli obiettivi principali del Ttc Ue-India c’è quello di rafforzare la collaborazione in materia di transizione digitale, tecnologie pulite, investimenti e commercio. Nello specifico, si parlerà soprattutto di infrastrutture digitali e di resilienza delle catene del valore.
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Innovazione tecnologica pulita
Ma si parlerà anche di sviluppo tecnologico, un tema centrale per l’India che ospiterà il prossimo vertice mondiale sull’intelligenza artificiale, dopo aver co-presentato quello dello scorso 11 febbraio a Parigi. La cooperazione in questo settore, dall’Ia alle tecnologie pulite passando per la ricerca e l’innovazione, sarà alla base della crescita delle economie avanzate nell’immediato futuro. Questa, almeno, la lettura della Commissione, che a fine gennaio ha svelato la sua Bussola per la competitività con cui ha inteso tradurre in pratica le raccomandazioni contenute nel rapporto presentato lo scorso settembre da Mario Draghi.
Il mercato indiano è un Bengodi cui Bruxelles non è disposta a rinunciare, ad esempio per quel che riguarda il potenziale nel campo delle tecnologie green e della decarbonizzazione: Nuova Delhi, insieme a Parigi, è ad esempio co-fondatrice dell’International solar alliance, che dovrebbe mobilitare 1000 miliardi entro la fine del decennio. Non figurano invece in agenda scambi sul meccanismo europeo di adeguamento del carbonio alle frontiere (il Cbam), sul quale l’India è scettica.
Le zone d’ombra
Ma mentre Bruxelles celebra la cooperazione con la democrazia più popolosa del mondo, non mancano anche diverse criticità nel rapporto con Nuova Delhi. A partire proprio dalla posizione ambigua di Modi nei confronti della Russia di Vladimir Putin e della Cina di Xi Jinping, rispettivamente acerrimo nemico e avversario strategico del club a dodici stelle.
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La disinvoltura con cui il premier si muove sullo scacchiere internazionale (l’India è uno dei fondatori dei Brics e si presenta come paladino del Sud globale, ma fa l’equilibrista tra le potenze occidentali) potrebbe creare degli imbarazzi all’Ue, ma von der Leyen ha ampiamente dimostrato di essere capace di grande pragmatismo, anche se i critici lo denunciano come doppiopesismo. Si può quindi chiudere un occhio sulla tutela dei diritti umani, se serve a risollevare il fato di un’Europa sferzata dai colpi che Trump non smette di sferrare a destra e a manca.