Bruxelles – Nel giorno del terzo anniversario dell’invasione russa in Ucraina, nelle ore in cui all’Assemblea generale dell’Onu gli Stati Uniti votano insieme a Russia, Bielorussia e Corea del Nord contro una risoluzione di condanna a Mosca, il presidente francese Emmanuel Macron ha compiuto una serie di piroette ed equilibrismi politici nello Studio Ovale della Casa Bianca, per cercare di riportare Donald Trump sulla linea atlantista o quanto meno di ricucire lo strappo tra Washington e Bruxelles. Tra elogi, concessioni e smentite, Macron potrebbe esserci parzialmente riuscito.
Macron, primo leader europeo a fare visita alla nuova amministrazione americana, ha messo in guardia Trump – che ha affermato di voler essere ricordato “come un pacificatore ed unificatore” – dal “cedere” l’Ucraina. L’interesse di tutti, americani ed europei, “è un accordo sull’Ucraina che includa garanzie di sicurezza“, ha sottolineato il leader transalpino. I due si sono collegati insieme da Washington per il meeting dei leader del G7, presieduto dal presidente canadese Justin Trudeau da Kiev, dove si trovava con Ursula von der Leyen e Antonio Costa.
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Nonostante le spaccature evidenti, l’incontro tra i due presidenti è stato cordiale, a tratti caloroso. O comunque ‘fisico’, come quando Macron ha interrotto Trump prendendogli la mano per correggere le falsità del tycoon sull’assistenza all’Ucraina. “Giusto perché lo sappiate, l’Europa sta prestando i soldi all’Ucraina. Si stanno riprendendo i loro soldi”, ha dichiarato Trump ai cronisti. “No, a dire il vero abbiamo pagato. Abbiamo pagato il 60 per cento dello sforzo totale. Come per gli Stati Uniti: prestiti, garanzie, sovvenzioni. Abbiamo dato soldi veri”, l’ha prontamente smentito Macron. Con un ghigno scettico, Trump ha risposto: “Se ci credi, per me va bene. Loro si riprendono i loro soldi e noi no. Ma ora lo facciamo”.
Il passaggio fondamentale, in vista dei negoziati, riguarda le garanzie di sicurezza per l’Ucraina. Secondo Trump, Putin “non ha alcun problema” ad accettare un contingente militare europeo in Ucraina come parte dell’accordo. “Gli ho fatto specificatamente questa domanda, lo accetterà”, ha affermato il presidente repubblicano. Macron, nonostante le resistenze emerse da alcuni governi Ue durante i colloqui della scorsa settimana all’Eliseo, ha confermato che i leader europei sono “pronti a inviare truppe per verificare che la pace sia rispettata“, ma “hanno bisogno della protezione americana”. Su questo si giocherà buona parte dei futuri negoziati: Putin si oppone alla presenza di battaglioni Nato in Ucraina, ma potrebbe accettare forze di peacekeeping europee fuori dall’ombrello dell’Alleanza Atlantica. Gli stessi europei, vogliono che lo ‘zio Sam’ gli copra in qualche modo – ancora da definire – le spalle.
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Trump è poi tornato sul controverso accordo sui minerali con Kiev, descrivendolo come “molto vicino”. Il presidente americano ha annunciato che Zelensky “potrebbe venire questa settimana o la prossima per firmare l’accordo” con cui l’Ucraina cederebbe parte delle entrate minerarie agli Stati Uniti per ripagare Washington dell’assistenza fornita negli ultimi tre anni. La scorsa settimana il premier ucraino aveva respinto la richiesta di Trump di ricevere 500 miliardi di dollari in minerali critici, una somma che è più del triplo di quanto speso finora da Washington per supportare Kiev.
C’è poi il discorso dell’integrità territoriale dell’Ucraina. Un punto su cui Trump sembra essere parecchio flessibile. “Vedremo”, ha risposto a chi chiedeva se Kiev dovrebbe essere disposta a cedere territorio alla Russia come parte di un negoziato. Macron ha detto chiaramente che per l’Europa la pace “deve consentire la sovranità ucraina e permettere all’Ucraina di negoziare con le altre parti interessate”.
Oggi a Washington arriverà Kaja Kallas, Alta rappresentante Ue per gli Affari esteri, che incontrerà il segretario di Stato Marco Rubio. Mentre nei prossimi giorni – a conferma del fatto che Trump predilige le relazioni bilaterali a detrimento dell’Unione europea – sarà il turno del premier britannico Keir Starmer, atteso alla Casa Bianca. Lo scenario peggiore di un negoziato a due tra Trump e Putin sembra allontanarsi. Al tavolo, l’Europa e l’Ucraina ci saranno. Lo stesso Putin, come riportato dall’Agence France-Presse, avrebbe dichiarato che “non solo i Paesi europei, ma anche altri hanno il diritto e possono partecipare“. Sul presidente russo, Trump ha affermato: “Credo davvero che voglia fare un accordo. Potrei sbagliarmi, ma vuole fare un accordo”. Il punto resta quale accordo, e con quali rapporti di forza riusciranno a negoziare l’Unione europea e l’Ucraina con le due superpotenze.
Da qui al 6 marzo, quando è previsto il vertice straordinario dei capi di stato e di governo Ue sull’Ucraina, i 27 cercheranno di costruire una posizione negoziale solida. Se possibile in coordinamento con l’alleato americano, senza però tradire i principi che hanno guidato l’azione europea in supporto all’Ucraina, apparentemente già sacrificati da Trump nel nome della pace ad ogni costo. Per “preparare” il vertice straordinario, il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, ha convocato una videoconferenza dei leader dei 27 domani mattina (26 febbraio), in cui ascolteranno “un resoconto del presidente Emmanuel Macron sulla sua recente visita a Washington DC”.
To prepare for the Special European Council on 6 March, I am organizing a videoconference of the members of the @EUCouncil, tomorrow morning, to hear a debriefing from President @EmmanuelMacron on his recent visit to Washington DC.#EUCO
— António Costa (@eucopresident) February 25, 2025