Bruxelles – Petroliere ombra, banche, importazioni di alluminio: l’Ue vara il nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia quale risposta per l’aggressione dell’Ucraina. Una pacchetto annunciato e che il Consiglio dell’Ue approva, come da programma, in occasione del terzo anno dallo scoppio della guerra. Soddisfatta l’Alta rappresentante per la Politica estera e di sicurezza dell’Ue, Kaja Kallas: “Con i colloqui in corso per porre fine all’aggressione russa, dobbiamo mettere l’Ucraina nella posizione più forte possibile. Le sanzioni forniscono una leva.”
Tra le principali restrizioni, il pacchetto prevede un divieto graduale sull’importazione di alcuni prodotti in alluminio e il blocco di 73 petroliere della cosiddetta “flotta ombra”, utilizzate dalla Russia per esportare petrolio sanzionato eludendo le restrizioni europee. Colpite anche 53 imprese, che finiscono nella lista nera dei soggetti che aiutano il Cremlino nell’agenda di aggressione. Si interviene contro chi esporta beni e tecnologie a duplice uso, nonché beni e tecnologie che potrebbero contribuire al miglioramento tecnologico del settore della difesa e della sicurezza della Russia. Un terzo di queste entità sono russe mentre le altre si trovano in paesi terzi (Cina, tra cui Hong Kong, India, Kazakistan, Singapore, Emirati Arabi Uniti e Uzbekistan) e sono stati coinvolti nell’elusione delle restrizioni commerciali o si sono impegnati nell’approvvigionamento di oggetti sensibili necessari.
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La stretta sulle banche e mezzi di informazione
Ma soprattutto per la prima volta l’Unione europea impone un divieto di transazione a istituti di credito o finanziari istituiti al di fuori della Russia che utilizzano il ‘sistema per il trasferimento di messaggi finanziari’ (Spfs) della Banca centrale della Russia. Spfs è un servizio di messaggistica finanziaria specializzato sviluppato dalla Banca centrale della Russia per neutralizzare l’effetto delle misure restrittive. il Consiglio ha deciso di estendere il divieto di fornire servizi di messaggistica finanziaria specializzati a 13 banche regionali ritenute importanti per i sistemi finanziari e bancari russi.
Oscurate poi otto testate accusate di promuovere la propaganda del Cremlino. Si tratta di EADaily / Eurasia Daily, Fondsk, Lenta, NewsFront, RuBaltic, SouthFront, Strategic Culture Foundation, e Krasnaya Zvezda / Tvzvezda.
Colpita anche l’energia
Il pacchetto concordato oggi impone ulteriori restrizioni alle esportazioni di beni e tecnologie, in particolare ai software legati all’esplorazione di petrolio e gas, al fine di limitare ulteriormente le capacità di esplorazione e produzione della Russia. Inoltre, estende il divieto di fornire beni, tecnologie e servizi per il completamento di progetti di petrolio greggio in Russia, come quello del petrolio Vostok, in modo simile al completamento dei progetti di GNL attualmente in vigore.
Il Consiglio sta inoltre vietando la fornitura di stoccaggio temporaneo per il petrolio greggio russo e i prodotti petroliferi all’interno dell’UE, indipendentemente dal prezzo di acquisto del petrolio e dalla destinazione finale di tali prodotti.
Stop ai TIR al 25 per cento russi
Non finisce qui: sempre per colpire l’economia russa restringere il transito ai camion, rafforzando l’attuale divieto di trasporto di merci su strada nel territorio dell’Unione europea, anche in transito, da parte di operatori dell’Ue di proprietà almeno per il 25 per cento di un’azienda russa. La nuova disposizione vieta inoltre le modifiche alla struttura del capitale delle imprese di trasporto su strada che aumenterebbero la quota percentuale posseduta da una persona fisica o giuridica russa oltre il 25 per cento.
Soddisfazione arriva anche dai presidenti di Commissione, Parlamento e Consiglio europeo, Ursula von der Leyen, Roberta Metsola e Antonio Costa: “Oggi abbiamo adottato un sedicesimo pacchetto di sanzioni per aumentare ulteriormente la pressione collettiva sulla Russia affinché ponga fine alla sua guerra di aggressione”.