Bruxelles – Il pesce? Un lusso. Per un europeo su due è diventato praticamente impensabile portare in tavola prodotti di mare. Il motivo è il prezzo, divenuto esagerato. Lo speciale sondaggio realizzato da Eurobarometro sulle abitudini degli europei nei confronti di pesce e frutti e di mare mette in risalto proprio questo aspetto: una impossibilità economica che incide su dieta e alimentazione.
Tante le domande poste ai cittadini dei 27 Stati dell’Ue, e di conseguenza tante le informazioni. Tra queste salta agli occhi la risposta alla domanda relativa alla facilità di trovare pesce e molluschi a prezzi accessibili. Solo la metà dei rispondenti (50 per cento, tra i convinti e tendenzialmente convinti) ammette che “sì”, è facile trovare cozze, vongole, sogliole, trote e affini a buon prezzo. Vuol dire che c’è una metà di europei che fa fatica ad andare in pescheria. Ciò è vero anche per gli italiani. Appena il 49 per cento di loro dichiara di non avere problemi di portafogli quando si tratta di pesce. C’è una metà del Paese che invece trova difficoltà nel permettersi pietanze di mare a prezzi abbordabili.
Il risultato di questo nuovo lusso è una rinuncia. Un cittadino europeo su due (49 per cento) tende a sostituire il pesce troppo caro con altre pietanze, tendenzialmente carne o altre fonti di proteine. Un cambio di abitudini frutto di una riduzione del potere d’acquisto che vale soprattutto per croati e maltesi. Ma anche gli italiani sono tra quelli che più ammettono di non comprare pesce a causa dei prezzi elevati e di mangiare altro (58 per cento, quinti nell’Ue per ‘digiuno di pesce’).
Il cartellino è e resta un fattore fondamentale nelle scelte di acquisto, e il pesce non fa eccezione. Gli europei, in quanto consumatori, ragionano in questi termini e fanno caso, eccome, al costo della vita. Nel caso specifico, quasi otto europei su dieci (78 per cento) ammettono di aver notato aumenti nel costo di merluzzi, gamberetti, polpi e prodotti analoghi. Il senso di caro-vita si registra soprattutto nei Paesi del Mediterraneo: famiglie e acquirenti di Portogallo, Cipro, Grecia, Spagna, Francia e Italia hanno denunciato un rialzo del prezzo dei prodotti ittici.
Guardando i dati emerge come isole, penisole, e comunque Paesi che per loro posizione geografica avrebbero tanto pesce da portare a tavola finiscono col non sfruttare il patrimonio ittico e marittimo nazionale. Colpa del prezzo. Anche la Commissione europea non può non ammettere che “il costo del prodotto è diventato il fattore più influente per i consumatori europei quando acquistano pesce e frutti di mare”.