Bruxelles – “La decisione dell’amministrazione degli Stati Uniti di sospendere gli aiuti internazionali allo sviluppo ha un impatto negativo su milioni di persone il tutto il mondo, Europa inclusa.” Così il commissario per i diritti umani Michael O’Flaherty ha aperto il suo statement d’allarme di ieri (20 febbraio), chiedendo a gran voce che i membri del Consiglio d’Europa raddoppino i loro sforzi per colmare il vuoto lasciato da Washington.
L’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale ha inviato 5 miliardi di euro all’Ucraina nel 2024, sostenendo iniziative fondamentali nel campo dei diritti umani e di supporto cruciale alla società civile.
Questo vuoto – prosegue il commissario – ha causato la perdita del 25 per cento dei fondi totali destinati alle ong attive in Ucraina e nei Paesi limitrofi, costringendole a fermare operazioni critiche come il sostegno sanitario ai rifugiati. Progetti chiave come il supporto alle vittime di crimini di guerra e la protezione delle minoranze, specialmente in Europa Orientale e nei Balcani, rischiano di scomparire completamente, mentre la crisi del settore dei media indipendenti, sofferente senza i fondi americani, offre un’opportunità ghiotta per coloro che “sono determinati a sopprimere la verità o a silenziare il dissenso”.
A rischio anche i programmi di sostegno ai sistemi sanitari, responsabili della risposta all’insorgere di malattie virali, ma anche le organizzazioni e gli enti che combattono la corruzione, proteggendo le democrazie più giovani o fragili. O’Flaherty sottolinea, inoltre, come le ong che cooperano con le Nazioni Unite siano particolarmente minacciate dal ritiro dei fondi americani.
Cosa deve fare l’Europa? il CdE chiede una risposta robusta: coordinamento nel salvataggio delle ong vulnerabili, preservazione dei progetti per i diritti umani, aggiustamento dei budget già stanziati e soprattutto aumento delle spese.
“Gli aiuti esteri non sono un atto di carità, ma un investimento nei valori che ci uniscono”. L’Europa deve prendere le redini.