Bruxelles – Che sarà sarà. Probabilmente sarà allentamento delle regole del patto di stabilità, visto che l’idea ha già preso corpo e che non sembra esserci una chiusura da parte dei governi nazionali. Il rilancio della difesa e della sua industria, però, prima ancora passa per quegli strumenti che già esistono, a iniziare dalle ricette nazionali, vale a dire dalle scelte che ogni Paese è chiamato a fare quando si tratta di decidere come utilizzare denaro pubblico, che poi è denaro dei contribuenti. Il presidente dell’Eurogruppo, Paschal Donohoe, vuole fare ordine.
Ai membri della commissione Affari economici del Parlamento europeo l’irlandese ricorda che sì, “c’è un dibattito in corso” sull’ipotesi di creazione di nuovi strumenti di debito comune, “con punti di vista sull’argomento”. Ma, a quanti chiedono conto di cosa sta accadendo e ancor più di ciò che potrà accadere, Donohoe ricorda che ci sono, e li elenca, “almeno tre modi” per poter mobilitare le risorse utili per stimolare investimenti e soldi per la difesa e la sicurezza dell’Ue: “C’è il nostro bilancio e il bilancio che avremo, le decisioni che verranno prese sulla base dell’agenda per la competitività, e ci sono le decisioni prese a livello nazionale”.
Nel primo caso gli Stati membri dell’Ue dovranno scegliere come usare, eventualmente spostandole, le risorse presenti nel bilancio pluriennale in corso (Mff 2021-2027). Ancor di più i governi dovranno scegliere come costruire, dal punto di vista delle priorità di spesa, i prossimi sette anni contabili (Mff 2028-2034). Nel secondo caso c’è da definire che uso fare di quella semplificazione che, a detta della Commissione, solo per le piccole e medie imprese vale 37,5 miliardi di euro all’anno. Infine, la politica economica e di spesa nazionale vera e propria: è qui che si giocherà una buona parte del futuro della difesa e della sicurezza dell’Europa degli Stati. Vuol dire che la politica dovrà scegliere dove investire meno, e quindi tagliare, per favorire l’industria pesante. Qui Donohoe non può rispondere. I parlamentari europei dovranno rivolgersi alle singole capitali.