Roma – Stamattina (18 febbraio) i siti governativi e militari italiani hanno subito un cyber-attacco proveniente dalla Russia, rivendicato su Telegram dal collettivo hacker NoName057(16). Gli attacchi sono cominciati già ieri quando il gruppo ha preso di mira servizi di trasporto locale e aereo e istituti bancari (tra cui Intesa San Paolo e Banca Monte dei Paschi di Siena), congestionando i siti web e rendendone impossibile l’accesso agli utenti. L’offensiva di oggi ha invece visto nel mirino una ventina di obiettivi – tra cui i ministeri di Economia, Esteri, Sviluppo economico, Infrastrutture e trasporti, ma anche i siti dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e dell’Aeronautica Militare – vittime, anche stavolta, di attacchi Ddos (Distributed denial of service).
A scatenare gli hacker sarebbe stato il richiamo alle azioni della Russia di oggi e il Terzo Reich che annesse i Sudeti, evocato durante il discorso del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella all’università di Marsiglia, lo scorso 5 febbraio. Le parole del Capo dello Stato hanno trovato aspre condanne da parte dalla portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova: “Durante una conferenza in una delle istituzioni educative, ha affermato di credere che la Russia possa essere equiparata al Terzo Reich. Ciò non può e non sarà mai lasciato senza conseguenze” ha dichiarato la portavoce secondo l’agenzia ufficiale russa Ria Novosti.
Su un nuovo canale Telegram, gli hacker hanno ricordato al Presidente della Repubblica come “il regime fascista italiano di Mussolini fosse un fedele alleato della Germania nazista” ed oggi “l’Italia sta pompando volentieri il regime terroristico neonazista di Kiev con armi mortali”.
NoName057 aveva già in passato causato disagi in coincidenza con polemiche sulla linea Roma-Mosca. Tuttavia anche stavolta l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale ha intercettato l’ondata ed avvisato per tempo gli obiettivi dell’attacco, che ha quindi avuto scarsi effetti. In ogni caso, secondo gli esperti, si tratterebbe di azioni puramente propagandistiche e dimostrative.