Bruxelles – Tre giovani europei su quattro pensano di essersi imbattuti in fake news negli ultimi sette giorni. Ma rassicurano: “Le sappiamo riconoscere”. In un’indagine condotta da Eurobarometro su 26 mila giovani di età compresa tra i 16 e i 30 anni, la conferma che la disinformazione permea la vita delle nuove generazioni, che per informarsi prediligono i social network ai media tradizionali. E una nuova chiave di lettura: forse i nativi digitali hanno le skills per poter distinguere le notizie vere da quelle false.
Certo, che il 70 per cento degli under30 in Europa sia sicuro di saper riconoscere autonomamente le fake news è un’arma a doppio taglio. Un dato che all’apparenza rinforza la crociata di Mark Zuckerberg ed Elon Musk, proprietari di Meta e X, contro i fact-checkers e a favore di un modello di verifica delle informazioni basato sulle community notes. Ma Il rischio insito è proprio che la convinzione di essere in grado di resistere ad attacchi lanciati da ‘professionisti della disinformazione’ porti al risultato diametralmente opposto: divenirne il bersaglio preferito.
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A giudicare dalle priorità indicate all’Ue dagli stessi giovani nel sondaggio, si direbbe che in effetti siano in grado di mantenere la barra dritta. Per il 40 per cento la preoccupazione maggiore è l’aumento dei prezzi e del costo della vita, mentre un terzo degli intervistati ritiene che Bruxelles dovrebbe concentrare la propria azione sull’ambiente e sul cambiamento climatico. Per il 31 per cento anche la situazione economica e la creazione di posti di lavoro dovrebbero essere una priorità.
Tra gli altri temi preminenti, il 29 per cento degli under30 vuole che l’Ue migliori la protezione sociale, il welfare e l’accesso all’assistenza sanitaria, il 27 per cento ha evidenziato l’istruzione e la formazione, il 23 per cento l’edilizia abitativa, il 21 per cento la difesa e la sicurezza.
Le priorità sono naturalmente declinate a livello nazionale: se nei Paesi baltici e dell’Europa orientale – minacciati dall’invasione russa dell’Ucraina – i giovani che ritengono la difesa europea di particolare interesse sono oltre il 30 per cento, in un’Italia logorata da alluvioni e siccità la priorità per le nuove generazioni è il cambiamento climatico. L’hanno scelto il 46 per cento dei giovani italiani, ben al di sopra della media europea del 33 per cento. Al secondo posto la situazione economica e la creazione di posti di lavoro (38 per cento), seguita dall’aumento dei prezzi e il costo della vita (34 per cento).
In Italia – così come in Portogallo, Slovenia e Francia – la televisione rimane ancora la principale fonte di informazione per i giovani. Ma la media europea certifica che tra gli under30 il sorpasso è avvenuto: il 42 per cento degli intervistati ha dichiarato di informarsi su questioni politiche e sociali sui social network, contro il 39 per cento che si affida alla televisione. Instagram è di gran lunga la piattaforma più utilizzata per ottenere notizie (47 per cento), seguita da TikTok al 39 per cento. Il social network di Musk è invece utilizzato solo dal 21 per cento dei giovani.
Nella mappa europea della disinformazione, secondo i dati di Eurobarometro esistono alcune sfumature. Se in Ungheria, Malta, Grecia, Lussemburgo e Belgio più della metà dei giovani ha dichiarato di imbattersi in fake news “spesso” o “molto spesso”, in Romania e Bulgaria ci sono rispettivamente il 19 per cento e l’11 per cento di giovani che ritengono di non essere mai stati esposti a disinformazione. Anche la presunta capacità di riconoscerla e schivarla cambia tra Stati membri: i giovani di Malta e Croazia hanno ostentato grande sicurezza, mentre quelli di Slovenia, Austria e Germania sono i più dubbiosi. E quest’ultimo dato – a una settimana dalle elezioni federali tedesche su cui ha messo il mirino proprio Elon Musk – è già un campanello d’allarme da tenere a mente.