Bruxelles – Come la popolazione della città di Roma: 2,7 milioni. Sono le persone che, nel 2022, hanno avuto una diagnosi di cancro, secondo le stime dell’Unione europea, mentre sono stati 1,3 milioni i decessi correlati al tumore, nello stesso anno. Questi sono i numeri, ma dietro ogni diagnosi o cifra ci sono le vite delle persone, con le loro storie uniche, fatte di paure, dolore, tenacia. Tutto questo è stato al centro dell’evento “Promuovere sinergie per sconfiggere il cancro: l’impatto dei progetti finanziati dall’Ue” dell’Agenzia HaDEA (Agenzia esecutiva europea per la salute e il digitale) in occasione della Giornata mondiale contro il cancro (lo scorso 4 febbraio). Un’iniziativa che ha visto la partecipazione di 220 persone – tra rappresentanti delle istituzioni Ue, Ong, organizzazioni sanitarie, decisori, stakeholders – e di circa altre 500 collegate online e che ha dimostrato l’impatto di varie sovvenzioni e gare d’appalto gestite da HaDEA in relazione al Piano europeo per sconfiggere il cancro e alla missione dell’Ue sul cancro.
“I nostri progetti contribuiscono in modo massiccio allo sforzo Ue nello sconfiggere il cancro”, ha spiegato Marina Zanchi, direttrice dell’Agenzia HaDEA, nel suo intervento. E tanti sono i progetti: come RadioVal, che è il primo studio internazionale di convalida clinica della previsione basata sulla radiomica della risposta al trattamento chemioterapico neoadiuvante dalla risonanza magnetica mammaria e sviluppa un quadro metodologico completo e standardizzato; o THRIVE, che mira a migliorare i risultati dei pazienti pediatrici e adulti con cancro al fegato migliorando la comprensione della malattia; identificando biomarcatori per le terapie attuali; sviluppando nuovi trattamenti per superare la resistenza; oil progetto RESOLVE che mira a convalidare la Malattia Residua Misurabile (MRD) come biomarcatore guida al trattamento per la leucemia mieloide acuta (LMA) e la leucemia linfatica cronica (LLC); o, ancora, SAGITTARIUS che ottimizza il trattamento per il cancro del colon in stadio II ad alto rischio e in stadio III perché personalizza il trattamento con immunoterapia o terapie mirate per i soggetti a rischio, risparmiando ad altri la chemioterapia, migliorando la sopravvivenza e la qualità della vita. O, ancora, come JANE-2, che è un’ambiziosa azione congiunta dell’Ue che mira a creare sette nuove reti trasversali di competenza (NoE) sul cancro e a cambiare il modo in cui l’assistenza oncologica e, di conseguenza, l’assistenza sanitaria saranno erogate in tutta Europa, o l’azione congiunta eCAN mirava a supportare gli Stati membri nell’introduzione del telemonitoraggio e della teleconsultazione nei sistemi sanitari nazionali con l’obiettivo di ridurre le disuguaglianze nell’assistenza sanitaria oncologica nell’Unione europea.
Ma il punto essenziale, il filo rosso del percorso di lotta al cancro, è l’unità e la sinergia di tutti gli attori coinvolti nel percorso. Non a caso le discussioni nei panel hanno evidenziato l’importanza critica della collaborazione, dell’uso e della condivisione dei dati, dell’equità e dell’innovazione nell’affrontare la cura e la ricerca sul cancro, anche con l’utilizzo delle nuove tecnologie e dell’Intelligenza artificiale. Non solo. L’evento si è concentrato sulle sinergie intersettoriali e su un approccio multistakeholder, che sono essenziali per far progredire la cura del cancro e migliorare i risultati per i pazienti.
Parlare del lavoro che si sta facendo è essenziale, perché, al di là dei numeri, c’è l’umanità della materia che “è estremamente personale – ha ricordato Zanchi – e va oltre il mero aspetto medico-sanitario. Dietro ogni diagnosi ci sono storie umane uniche, storie di dolore, lutto, malattia, resilienza ma anche amore e oltre”, ha ricordato. Per questo, per Zanchi, “mostrare i casi è molto importante per HaDEA perché gestiamo un numero molto elevato di progetti sul cancro”. Ad esempio, mettendo insieme i due programmi principali, Eu4Health e Horizon Europe nella parte sulla sanità, HaDEA ha gestito dal 2021 – anno in cui l’Agenzia è stata istituita ed è entrata in funzione – al 2024 programmi sul cancro per un importo totale di 1,2 miliardi di euro di contributo Ue. “Questa è una prova tangibile di un enorme investimento significa da parte dell’Unione sul cancro e HaDEA”, ha evidenziato.
Fare squadra e sinergia significa anche ampliare l’orizzonte della tecnologia e delle possibilità che offre. Per Zanchi, quindi, affrontare la complessità del cancro implica anche accelerare le trasformazioni digitali. “Oggigiorno non possiamo avere i nuovi sistemi se non si hanno i sistemi digitali moderni corretti”, ha osservato. “A questo proposito l’attuazione di tecnologie digitali e dell’Intelligenza artificiale sta diventando sempre più importante nel trattamento del cancro e nella cura del cancro ed è per questo che, in linea con il nome della nostra agenzia, stiamo promuovendo sinergie tra componenti salute e digitale”, ha ricordato. La parola d’ordine, perciò, è sinergia. “Fare sinergia è la chiave”, ha proseguito Zanchi. “Dobbiamo fare leva sugli investimenti dell’Ue e assicurare la giusta connessione tra le diverse parti dei nostri programmi unendo i puntini tra diversi progetti e comunità di stakeholder”, ha aggiunto. “Nell’evento odierno affrontiamo questa esigenza di collaborazione intersettoriale e prevediamo la partecipazione di progetti da altri programmi di finanziamento, gestiti sempre da Hadea ma oltre ad Horizon e Eu4Health. In particolare, mi riferisco alla struttura Connecting Europe nella parte sul digitale che, attraverso l’infrastruttura delle telecomunicazioni sta contribuendo in modo significativo alla trasformazione dei sistemi di welfare”, ha sottolineato. Come attraverso le reti 5G ad alta capacità nella diagnosi personalizzata del cancro al seno già in una fase molto precoce. Mentre un altro programma chiave è un programma Europa digitale che supporta test e distribuzione di soluzioni di intelligenza artificiale per il cancro e programmi di formazione per migliorare le competenze digitali degli operatori sanitari. “Qualcuno alcuni decenni fa diceva che una politica senza soldi è una politica senza gambe e questi non era altri che Jacques Delors”, ha ricordato la direttrice generale della Dg Salute, Sandra Gallina. “Quindi il denaro è fondamentale per raggiungere i nostri obiettivi fondamentali in Europa, che sta cercando di sconfiggere il cancro. Perché sì, vogliamo sconfiggere il cancro”, ha precisato.
La Revisione 2025 del piano europeo per combattere il cancro
“Il cancro è una sfida significativa per la salute pubblica nell’Ue”, scrive la Direzione generale per la salute e la sicurezza alimentare dell’esecutivo europeo nella Revisione del piano europeo per combattere il cancro pubblicato in occasione della Giornata mondiale contro il cancro. “È la seconda causa di morte nell’Ue e la principale causa di morte per uomini e donne di età inferiore ai 65 anni. Sia l’incidenza che la mortalità per cancro sono in aumento. A causa dell’invecchiamento della popolazione, si prevede che i casi di cancro aumenteranno del 18,3% dal 2022 al 2040 nell’Ue e i decessi per cancro del 26,3% nello stesso periodo”, si legge nel report. Il documento evidenzia che “persistono grandi disparità in termini di incidenza, rilevamento, trattamento e sopravvivenza sia tra gli Stati membri che all’interno di essi”. E, oltre “allo stress” cui sono sottoposti nella vita quotidiana milioni di persone, le loro famiglie e persone care, il cancro comporta “notevoli conseguenze economiche, stimate in 100 miliardi di euro all’anno in Europa”. Inoltre, “con l’invecchiamento della popolazione e l’aumento del peso del cancro, aumenta anche la spesa sanitaria necessaria per curare il cancro. Si prevede che la spesa sanitaria pro capite per la cura del cancro crescerà in media del 59% nell’Ue tra il 2023 e il 2050. In media, si stima che la spesa sanitaria nell’Ue sarà superiore del 4,7% nel 2050 in termini reali rispetto al 2023 a causa della lotta contro il cancro. A causa dell’impatto del cancro sulla produttività e sulla partecipazione alla forza lavoro, si stima che gli Stati membri perdano l’equivalente di 1,1 milioni di lavoratori a tempo pieno all’anno a causa del cancro”, prosegue il documento.
Quattro sono i pilastri principali dell’azione Ue con i progetti e il Piano: prevenzione, diagnosi precoce, diagnosi e trattamento, qualità della vita e sopravvivenza.
La prevenzione, che non è un semplice slogan perché, come ha sottolineato la direttrice generale della Dg Salute, Sandra Gallina, “il 40% dei tumori è prevenibile”, ad esempio attraverso la vaccinazione come dimostra il caso del papilloma virus. In questo contesto, come evidenzia il documento di Revisione della Dg Salute, “il Piano contro il cancro mira a migliorare l’alfabetizzazione sanitaria fornendo strumenti per scelte più sane, promuovendo l’educazione su comportamenti sani e promuovendo l’assistenza post-cancro”. Ad esempio, i dati di una valutazione dell’impatto del Codice europeo contro il cancro sulla consapevolezza e gli atteggiamenti nei confronti della prevenzione del cancro, adottato nel 1987 e aggiornato più di recente nel 2014, ha mostrato che il 70% degli intervistati nel 2017 era a conoscenza delle linee guida sulla prevenzione del cancro in generale, ma che solo tra il 2% e il 21% negli otto Paesi studiati era a conoscenza del Codice. “Aggiornando il Codice europeo contro il cancro e promuovendone i messaggi, il Piano contro il cancro mira a raggiungere l’80% di consapevolezza del Codice e delle sue nuove raccomandazioni basate sull’evidenza entro il 2025 e quindi aiutare più persone a ridurre il rischio di contrarre il cancro”, scrive il documento della Dg.
Tra i comportamenti e le cause, si trovano elementi più o meno già noti: “Il consumo di tabacco è la principale causa di cancro prevenibile”; “i danni correlati all’alcol sono un altro importante problema di salute pubblica nell’Ue”; l’obesità e inattività fisica; “anche l’inquinamento atmosferico è una delle principali cause di mortalità: è collegato allo 0,5-1% di tutti i casi di cancro (2020) e al 7% dei tumori polmonari in Europa (2018), causando il 2% dei decessi per cancro nell’Ue (2020)”; “per quanto riguarda le sostanze pericolose e le radiazioni, i cancerogeni professionali hanno causato 8,9 decessi ogni 100.000 persone nell’Ue nel 2019”; mentre “alcuni tumori sono causati da infezioni e possono essere prevenuti tramite vaccinazione”.
Sul fronte della rilevazione precoce, il documento della Dg Salute della Commissione Ue evidenzia che “lo screening migliora significativamente i risultati del cancro, ma i tassi di partecipazione variano ampiamente nell’Ue”. Nel 2019, ad esempio, l’11,4%, il 13,7% e il 48,7% degli individui idonei non erano mai stati sottoposti a screening rispettivamente per i tumori al seno, alla cervice e al colon-retto. Per questo, “il Cancer Plan mira a garantire che al 90% dei residenti Ue idonei vengano offerti screening per i tumori al seno, alla cervice e al colon-retto entro il 2025 attraverso il nuovo Cancer Screening Scheme”.
E, dopo la rilevazione, c’è la diagnosi e trattamento. Qui, secondo Bruxelles “tutti i residenti Ue dovrebbero avere accesso a servizi sanitari accessibili e di alta qualità cure oncologiche di qualità, basandosi su team multidisciplinari qualificati, servizi tempestivi e accesso a medicinali essenziali e innovazione”. In base ai dati, nel 2020, l’Ue aveva una media di 0,78 macchine per radioterapia ogni 100 mila persone, “evidenziando la necessità di maggiori investimenti negli Stati membri con risorse insufficienti”. In questo contesto si inserisce l’iniziativa ‘Diagnosi e trattamento del cancro per tutti’ che mira ad ampliare l’accesso a trattamenti innovativi, supportati dal Piano d’azione Samira (Agenda strategica per le applicazioni delle radiazioni ionizzanti in campo medico) per migliorare la sicurezza delle radiazioni e garantire la disponibilità di radiofarmaci.
Infine, rispetto alla qualità della vita, il documento Ue ricorda che “i sopravvissuti al cancro spesso affrontano sfide come effetti del trattamento non gestiti, scarso coordinamento delle cure ed esigenze psicosociali. L’attesa di vita corretta per disabilità (DALY) correlata al cancro è utilizzata come misura del carico complessivo della malattia ed espressa come numero di anni persi a causa di mortalità prematura e anni di vita sana persi a causa della malattia. Nel 2019, in età avanzata, una persona con cancro in Europa ha perso 3,3 DALY”. Per questo, sono state lanciate azioni come l’iniziativa ‘Una vita migliore per i pazienti oncologici’ e il progetto SmartCARE 2023 (che mira a lanciare una ‘Smart Card per i sopravvissuti al cancro’) per rispondere a esigenze mediche e psicosociali insoddisfatte.
Le persone
All’evento di HaDEA si è dato anche spazio ad alcune testimonianze. “Noi vogliamo trovare il cancro quando è curabile: oggi meno del 20% delle possibilità si trovano in questo stadio e questo è un dramma”, ha affermato Erik Briers, di Europa Uomo, movimento europeo di difesa dei diritti che rappresenta 27 gruppi di pazienti affetti da tumore alla prostata in Paesi di tutta Europa. “Io stesso sono un paziente di cancro alla prostata che mi è stato diagnosticato per caso quando avevo 50 anni”, ha raccontato. “Non avevo alcun sintomo o segnale, non avevo dolore, niente sangue nelle urine, non mi svegliavo la notte: a 50 anni di solito non si hanno queste cose”, ha continuato. “Ma l’ho avuto. Sono stato curato con successo, il mio medico è qui in sala. Quindi 20 anni dopo sono seduto qui e parlo con voi perché non sono un paziente che non vuole ricordare la sua malattia. Voglio, anzi, che altri pazienti abbiano le stesse possibilità nella vita di scoprire precocemente e non per caso” il cancro. “Vogliamo il vero screening di cui abbiamo bisogno”, “ma il problema è come faremo ad attuarlo negli Stati membri? Questa non è responsabilità dell’Europa”, ha affermato. “Ecco perché noi come pazienti dovremo lavorare con i medici e i politici nei nostri Paesi nelle nostre regioni: vogliamo che ci sia lo screening”, ha sottolineato.
“Il cancro riguarda tutti noi, in un modo o nell’altro”, ha detto in conclusione Zanchi. “Se non ne siamo colpiti direttamente, possiamo avere una persona nella nostra famiglia, amici, cari che hanno avuto il cancro. E quando il cancro arriva, non si rinuncia alla vita, ma la viviamo, passo dopo passo e giorno dopo giorno. E credo che unendo la nostra passione, impegno e l’energia positiva che proviene da voi, dalle testimonianze, dai rappresentanti del progetto e dai miei colleghi, dai servizi della Commissione: stiamo davvero dimostrando oggi che siamo tutti uniti per sconfiggere il cancro”, ha osservato.
Il Piano europeo contro il cancro
Adottato nel febbraio 2021 nel mezzo della pandemia di Covid-19 e dell’aumento della prevalenza e mortalità per cancro nell’Ue, il Piano europeo per combattere il cancro cerca di essere un impegno pratico per affrontare l’intero percorso della malattia. La revisione della Direzione generale Salute della Commissione Ue spiega che, 4 anni dopo l’avvio del Piano, oltre il 90 per cento delle azioni è stato concluso o è in corso. Di gran lunga il maggior numero di sottoazioni incluse nel piano per il cancro appartiene al pilastro della prevenzione (45 per cento), rispecchiando un forte impegno per la prevenzione del cancro. Tra i principali risultati in quest’area rientrano l’adozione delle Raccomandazioni del Consiglio sui tumori prevenibili con vaccino e sugli ambienti senza fumo nel 2024, azioni che riflettono il fatto che il 40 per cento di tutti i tumori è prevenibile e che dare priorità alla prevenzione non solo affronta i fattori di rischio immediati, ma è anche la strategia di controllo del cancro a lungo termine più efficace e conveniente.
Per quanto riguarda la distribuzione dei finanziamenti, la prevenzione è il pilastro che riceve la quota maggiore di finanziamenti per il cancro attraverso il programma EU4Health (49,3 per cento), ad aprile 2024. Sono state istituite e sono ora operative iniziative di punta come l’European Cancer Imaging Initiative, l’European Cancer Inequalities Registry e l’EU Network of Youth Cancer Survivors. “Queste tre iniziative stanno già avendo un impatto: rendendo accessibili a medici, ricercatori e innovatori europei grandi quantità di immagini del cancro e dati clinici collegati; fornendo dati solidi e affidabili sulla prevenzione e la cura del cancro per identificare tendenze, disparità e disuguaglianze tra Stati membri e regioni; e fornendo ai giovani sopravvissuti al cancro una piattaforma per amplificare le loro voci e garantire che le loro esigenze siano prese in considerazione”, illustra la relazione. Inoltre, sono stati conclusi i lavori preparatori per lanciare una rete Ue di centri oncologici completi e sette nuove reti di competenze. Un’altra azione congiunta riguarda lo screening del cancro per renderlo screening più accessibile e meglio allineato sia alle più recenti prove scientifiche che ai più elevati standard di qualità.
“L’attuazione del Piano contro il cancro continua a essere uno sforzo concertato tra politiche e settori e questo approccio collaborativo ha posizionato il piano come un esempio di successo di un’iniziativa basata sulla salute in tutte le politiche”, scrive l’Ue nel documento. “Due fattori chiave che contribuiscono al successo del Cancer Plan sono radicati in questo approccio basato sul lavoro di squadra: in primo luogo, esiste un meccanismo di governance congiunto per il Cancer Plan e la EU Cancer Mission, che garantisce: coerenza tra ricerca sul cancro, innovazione e politica; e interazioni regolari di tutti gli attori lungo l’intero percorso del cancro. In secondo luogo, vi è un’ampia gamma di attori coinvolti nell’implementazione e ciò ha portato a livelli elevati di coinvolgimento da parte degli Stati membri e delle parti interessate”.
I problemi che sono stati identificati nel rapporto riguardano l’adozione di successo delle azioni del Piano sul cancro a livello nazionale, regionale o locale e la loro sostenibilità a lungo termine. “I problemi più evidenti sono: preoccupazioni sulle barriere finanziarie, come l’aumento dei costi sanitari; una mancanza di risorse a sostegno degli obiettivi strategici nei piani nazionali contro il cancro; e squilibri nella disponibilità di professionisti sanitari e infrastrutture tra e all’interno degli Stati membri”. Mentre a livello sanitario, si sono riscontrati “una mancanza di allineamento delle politiche e della pratica clinica; una mancanza di applicazione nazionale, o un’applicazione nazionale non uniforme, delle linee guida internazionali per specifici tipi di cancro; e la necessità di approcci interprofessionali e multidisciplinari più forti nell’assistenza oncologica”. In aggiunta, sono state segnalate le disparità regionali e una mancanza di coordinamento tra le parti interessate e i servizi pertinenti. Questioni ulteriormente aggravate dalla mancanza di dati e dai potenziali ostacoli alla loro condivisione oltre che da barriere comportamentali e culturali.