dall’inviato a Strasburgo – La guerra commerciale tra Unione europea e Stati Uniti non ci sarà, perché alla fine prevarrà la voglia di soluzioni reciprocamente vantaggiose. Nicola Procaccini, eurodeputato di Fratelli d’Italia e co-presidente del gruppo dei Conservatori europei (Ecr), guarda all’annuncio di dazi Usa contro prodotti europei senza eccessive palpitazioni. “Sono molto fiducioso che si troverà un accordo”, confida nell’intervista concessa a Eunews a margine dei lavori d’Aula. “[il presidente degli Stati Uniti] Trump è un uomo d’affari, e si muove in questa logica. Vuole un vantaggio e lo vuole con rapporti commerciali”.
Eunews: L’annuncio di Trump deve preoccupare?
Nicola Procaccini: “Va ricordato che i dazi sull’acciaio e l’alluminio c’erano già, dal 13 per cento sui lavorati fino al 41 per cento per il resto. Da quello che possiamo capire la decisione colpisce soprattutto la Cina e anche il Canada. Qui la questione è duplice: in primo luogo c’è uno squilibrio nella bilancia commerciale che va corretta, e dal punto di vista degli Stati Uniti è difficile dire che non abbiano ragione. In secondo luogo l’Europa oggi è debole, e ovviamente è spaventata perché sa che l’imposizione di dazi può creare danni ulteriori”.
E: La Commissione però sostiene che questo squilibrio commerciale non ci sia: l’Ue ha un surplus in beni mentre gli Stati Uniti un surplus nei servizi…
N.P: “Sono i dati combinati che vanno considerati. La bilancia commerciale è fatta da beni e servizi, e nel complesso la situazione non risulta vantaggiosa per gli Stati Uniti. Bisogna comprendere le ragioni dell’altro, e c’è interesse di compromesso, magari sul militare”.
E: Sta dicendo che nel momento in cui l’Ue spinge per un’industria della difesa tutta europea bisogna investire in questa statunitense?
N.P: “Certo è doloroso, ma credo che ci siano i margini per produrre e anche per acquistare”.
E: L’Italia cosa rischia? C’è da essere preoccupati?
N.P: “Chiaro che c’è preoccupazione. Siamo un’economia manifatturiera, la seconda economia manifatturiera d’Europa, con una dipendenza dall’export. Si tratta di incastrare i propri interessi con quelli degli altri”.
E: Dal dibattito d’Aula arriva la richiesta di contromisure europee, purché nel solco del Wto per una maggiore certezza. Condivide?
N.P: “Certo l’Organizzazione mondiale del commercio è un cappello utile. Comunque serve dialogo”.