Bruxelles – La scienza non è femmina, e la tecnologia è poco donna. Almeno in Italia, dove la partecipazione nei settori produttivi è sempre più a trazione maschile. Eurostat certifica un sistema Paese dove la parità di genere rimane un obiettivo ancora lontano, almeno per ciò che riguarda i comparti chiave per innovazione e competitività. Nel 2023 si contano complessivamente oltre 807mila uomini e oltre 417mila donne in tutti i lavori dove sono richiesti ingegneri e personale con competenze scientifiche. Le donne sono praticamente la metà degli uomini, con una disparità ancora più marcata nei settori ad alta tecnologia, dove gli uomini sono quasi quattro volte le donne (201mila contro 55mila).
Il divario tricolore oltretutto aumenta. Confrontando i numeri con il 2022, la partecipazione femminile al mondo del lavoro funzionale all’innovazione è sempre più ristretto. Aumenta il numero complessivo di addetti e impiegati, ma a vantaggio dei colleghi maschi. Un risultato in controtendenza. Perché, rileva l’istituto di statistica europeo, complessivamente nel 2023 all’interno dell’Unione europea si registravano 7,7 milioni di donne scienziate e ingegneri, 381.200 in più rispetto al 2022.