Bruxelles – Non si placa l’onda lunga dell’annullamento del primo turno delle elezioni presidenziali in Romania. C’è una nuova data per la consultazione elettorale, il 4 maggio, ma le tensioni continuano: messo all’angolo dai partiti di destra, che hanno avviato un procedimento per rimuoverlo dall’incarico, il presidente Klaus Iohannis ha annunciato oggi (10 febbraio) le sue dimissioni “per risparmiare alla Romania e ai suoi cittadini questa crisi”. Al suo posto, si insedierà ad interim il presidente del Senato, Ilie Bolojan.
Come riportato dai media locali, Iohannis ha precisato che lascerà ufficialmente l’incarico “dopodomani, mercoledì 12 febbraio”. Leader del Partito Nazionale Liberale (PNL) e presidente dal 2014, Iohannis avrebbe dovuto farsi da parte lo scorso 21 dicembre, ma il suo mandato è stato esteso in seguito alla decisione della Corte Costituzionale di annullare le elezioni stravinte a sorpresa dal candidato indipendente ultranazionalista e filo-russo Călin Georgescu. I giudici di Bucarest hanno invalidato l’esito delle urne dopo che lo stesso presidente aveva disposto la declassificazione di alcuni documenti dei servizi segreti che indicavano un’interferenza russa nelle elezioni, come suggeriva l’enorme visibilità di cui Georgescu aveva goduto su TikTok. Il social network cinese è sotto stretta sorveglianza anche a Bruxelles: secondo la Commissione europea, non avrebbe messo in campo adeguati strumenti per limitare le interferenze malevole nel processo elettorale del Paese balcanico.
![Călin Georgescu](https://www.eunews.it/wp-content/uploads/2024/12/000_36NC94N-scaled.jpg)
La vicenda ha scatenato un terremoto politico in Romania, con i tre partiti di estrema destra Aur, Sos Romania e il Partito della Gioventù – che alle elezioni per il rinnovo del Parlamento vinte dai socialdemocratici hanno totalizzato il 31 per cento dei voti – a guidare la protesta contro il clamoroso intervento della Corte Costituzionale. Dopo due tentativi falliti, l’opposizione è riuscita ad attivare la procedura parlamentare per sospendere Iohannis. Nell’annunciare le sue dimissioni, il presidente europeista ha definito “dannosa” la mossa dell’estrema destra: “Tra poco, il Parlamento rumeno avrebbe votato sulla mia sospensione e la Romania sarebbe entrata in crisi. L’intera società sarebbe stata scossa. Non ci sarebbero state più discussioni sulle elezioni presidenziali. Saremmo stati lo zimbello del mondo“, ha commentato.
La Costituzione nazionale prevede che sarà il presidente del Senato – e collega di Iohannis nel PNL -, Ilie Bolojan, a ricoprire la carica di presidente ad interim. Bolojan manterrà questa carica fino all’elezione del nuovo capo dello Stato. Nella ripetizione del primo turno, prevista il prossimo 4 maggio, il filo-russo Georgescu, che nel frattempo ha ricevuto l’endorsement fornito dall’estrema destra di Aur, dovrà vedersela soprattutto con Crin Antonescu, il candidato unitario scelto dalle forze che compongono l’esecutivo di coalizione di Bucarest, vale a dire i socialdemocratici del PSD, i liberali del PNL e la minoranza ungherese dell’Udmr. L’eventuale ballottaggio – se nessuno dei candidati raggiungerà il 50 per cento delle preferenze al primo turno – si terrà il 18 maggio.