Bruxelles – Ora anche X è coinvolto nella campagna elettorale tedesca, che si fa sempre più calda. Ad appena due settimane dalla data fatidica del 23 febbraio, in Germania la magistratura chiede alla piattaforma di proprietà di Elon Musk l’accesso immediato ad alcuni dati elettoralmente sensibili, mentre il miliardario braccio destro di Donald Trump ha esplicitamente fornito il proprio endorsement all’ultradestra filorussa di AfD.
L’attivismo di Musk
Da mesi continuano a montare in Germania le preoccupazioni circa l’integrità del processo democratico in vista delle elezioni anticipate del prossimo 23 febbraio, soprattutto per quanto riguarda i contenuti diffusi sulle piattaforme social. A partire da X, di proprietà di Elon Musk, l’uomo più ricco del pianeta che sta rivestendo un ruolo cruciale nella nuova amministrazione a stelle e strisce guidata da Donald Trump.
E che, in quella che è senz’altro la campagna elettorale più movimentata da molti decenni a questa parte, ha già fatto irruzione a gamba tesa nella politica tedesca incensando pubblicamente Alice Weidel – co-leader, insieme a Tino Chrupalla, dell’ultradestra post-nazista, filorussa e xenofoba di Alternative für Deutschland (AfD) – in almeno due occasioni, peraltro dopo essersi esibito in quello che aveva tutta l’aria di essere un (doppio) saluto nazista alla cerimonia d’insediamento del 47esimo presidente Usa.
![Elon Musk](https://www.eunews.it/wp-content/uploads/2025/02/000_36V922M-1024x683.jpg)
Prima c’è stata una controversa diretta proprio su X, durante la quale il miliardario sudafricano ha detto chiaro e tondo che “solo l’AfD può salvare la Germania”. Poi, Musk si è collegato in diretta (a sorpresa) all’evento di lancio della campagna elettorale di Weidel & co. sostenendo tra le altre cose che in Germania “ci si concentra troppo sul senso di colpa del passato” e che “bisogna andare oltre”. L’AfD è attualmente il secondo partito nei sondaggi, da mesi stabilmente intorno al 20 per cento dei consensi.
La sentenza della Corte
L’ultimo episodio che ruota intorno al nuovo braccio destro di Trump risale allo scorso 6 febbraio, quando il Tribunale distrettuale di Berlino ha stabilito che X deve rilasciare “immediatamente” una serie di informazioni che consentano ai ricercatori di studiare e tracciare la diffusione della disinformazione politica inerente alla campagna elettorale tedesca.
La sentenza è arrivata in risposta alla richiesta urgente presentata da due organizzazioni per i diritti civili – la Gesellschaft für Freiheitsrechte (Gff) e Democracy reporting international (Dri) – attive nel tracciamento della disinformazione in vista dell’imminente appuntamento con le urne.
We took @X to court. And we won! ⚖️
The courts ruled that X must urgently grant us access to their publicly available data via their API.
This access is critical for our analysis of online public discourse ahead of the upcoming German elections.
Here’s what’s happened 1/3 pic.twitter.com/oPVkFHrJeo
— Democracy Reporting International (@DemocracyR) February 7, 2025
Secondo i due gruppi, X avrebbe impedito ai ricercatori di monitorare e tracciare potenziali interferenze elettorali, negando l’accesso ad una serie di dati relativi al coinvolgimento degli utenti (user engagement) rispetto ai contenuti sulla piattaforma. Un comportamento che, se accertato, violerebbe la normativa europea in vigore, vale a dire il Digital services act (Dsa), che regola le prestazioni dei fornitori di servizi online come appunto i social network.
Da X a Tesla
Quello delle interferenze straniere nei processi elettorali degli Stati membri dell’Ue è del resto un tema estremamente caldo in questa fase storica, soprattutto dopo che la Corte costituzionale romena ha clamorosamente annullato il primo turno delle presidenziali nel quale il candidato indipendente Călin Georgescu avrebbe beneficiato di una campagna di influenza russa, attiva principalmente su TikTok (finito sotto inchiesta da parte dell’esecutivo comunitario).
Ma anche l’altro core business di Musk sta andando piuttosto male di questi tempi nel Vecchio continente. Le vendite di Tesla in Germania, dove si trova l’unica gigafactory europea dell’azienda (i cui piani d’espansione hanno scatenato partecipate proteste la scorsa estate), sono diminuite di quasi il 60 per cento su base annua nel solo mese di gennaio. Un crollo verticale che alcuni imputano all’attivismo politico pro-AfD del miliardario sudafricano, ma che altri ipotizzano possa avere a che fare con l’imminente lancio sul mercato del nuovo Modello Y.
Il dibattito politico
Sia come sia, quello che è fuori discussione è che la temperatura del dibattito politico in Germania è salita a dismisura nelle ultime settimane, uno sviluppo relativamente insolito per un Paese la cui classe dirigente ha tradizionalmente fatto di tutto per rassicurare gli elettori ed evitare prese di posizione drastiche.
![Weidel Chrupalla AfD](https://www.eunews.it/wp-content/uploads/2024/09/000_36FD8Q8-1024x683.jpg)
Il punto di non ritorno, a livello di dialettica politica, è stato raggiunto a fine gennaio quando il leader dell’Unione cristiano-democratica (Cdu/Csu) e probabile futuro cancelliere federale, Friedrich Merz, ha tentato (senza riuscirci) di far approvare al Bundestag con i voti dell’AfD un disegno di legge che prevedeva una stretta sull’immigrazione irregolare, dopo aver fatto adottare all’Aula dei testi non vincolanti in materia qualche giorno prima proprio grazie al supporto dell’ultradestra.
Merz è stato accusato da più parti (incluso dall’ex cancelliera Angela Merkel, sua compagna di partito) di aver infranto la tradizione ottuagenaria del Brandmauer, il cordone sanitario che dal secondo dopoguerra ha impedito all’estrema destra di avvicinarsi al potere. Quando centinaia di migliaia di manifestanti si sono mobilitati per protestare contro il “flirt” della Cdu con l’ultradestra, il leader cristiano-democratico non ha trovato di meglio da fare se non bollare i suoi concittadini di “ipocrisia” (perché, dice, non avrebbero manifestato con lo stesso ardore in opposizione all’antisemitismo).
Così, nel primo e ultimo dibattito televisivo andato in onda ieri (9 febbraio) tra Merz e il suo principale sfidante, il cancelliere socialdemocratico uscente Olaf Scholz, il confronto è sfociato in attacchi personali e accuse reciproche, principalmente sui temi dell’immigrazione e dell’economia stagnante del Paese, ormai in recessione da due anni e con una base industriale in crisi profonda.
![elezioni Germania](https://www.eunews.it/wp-content/uploads/2025/02/Screenshot-2025-02-10-at-17.58.02-1024x635.png)
Sulla gestione dei flussi migratori, sia l’Unione di Merz che l’Spd di Scholz hanno indurito le proprie posizioni, ma i cristiano-democratici sembrano sempre più alla rincorsa dell’ultradestra quanto a intransigenza nei confronti degli immigrati irregolari, che molti nella Cdu (come nell’AfD) vorrebbero respingere alle frontiere in aperta violazione del diritto comunitario ed internazionale.