Bruxelles – L’Ue sta lavorando per semplificare il Cbam, il meccanismo di aggiustamento del carbonio alle frontiere che rappresenta un componente fondamentale del Green deal voluto da Ursula von der Leyen durante il suo primo mandato alla guida dell’esecutivo comunitario. Parola del commissario al Clima Wopke Hoekstra, in audizione al Parlamento europeo di Bruxelles, dove ha ribadito la necessità di porre rimedio all’ipertrofia burocratica a dodici stelle.
Durante un intervento alla sottocommissione per le Questioni fiscali (Fisc), presieduta dal pentastellato Pasquale Tridico, Hoekstra ha sottolineato ieri (6 febbraio) che “devono essere affrontate la complessità e la burocrazia” della normativa europea in materia ambientale. Peccato che sia stato proprio il primo Collegio von der Leyen, di cui lo stesso ex-Shell ha fatto parte – seppur per pochi mesi, avendo sostituito il connazionale Frans Timmermans che aveva lasciato Bruxelles per guidare la coalizione di socialdemocratici ed ecologisti (la stessa che vorrebbe vedere replicata in tutti i Ventisette) alle elezioni nei Paesi Bassi del novembre 2023 – a introdurre il Green deal, rivendicandolo come un progresso necessario e fondamentale.
Ma, com’è ormai evidente già nei primi mesi di questo nuovo ciclo istituzionale, l’attenzione alle politiche verdi ha ceduto il passo a priorità più in linea con le priorità delle imprese. Parole d’ordine: competitività e semplificazione (o deregulation, che dir si voglia). “Stiamo esplorando per ogni singolo ambito cosa possiamo fare noi, come Commissione, o come possiamo incentivare gli Stati membri” a ridurre la complessità normativa e burocratica, a partire da “una semplificazione del Cbam“.

Necessità, questa, di cui ha ormai fatto una bandiera il ministro per le Imprese e il made in Italy Adolfo Urso, che da mesi continua a battere sul tema della “neutralità tecnologica” che, sostiene, deve costituire la spina dorsale della nuova politica industriale comunitaria. Il titolare del Mimit è soddisfatto della direzione che sembra intenzionato a seguire l’esecutivo Ue, toccando “molti degli elementi che noi abbiamo indicato” compresa appunto la revisione del Cbam, attivo in fase sperimentale fino a fine anno e la cui entrata in vigore definitiva è prevista per il 2026.
Concretamente, Hoekstra ha illustrato al Financial times la volontà di Bruxelles di esentare circa 180mila aziende europee su un totale di 200mila dagli obblighi burocratici relativi al meccanismo, che impone di fatto una “tassa sul carbonio” per le merci extra-Ue di alcuni settori pesanti che varcano le frontiere dei Ventisette, limitandone l’applicazione solo ai maggiori importatori.
“Meno del 20 per cento delle aziende che rientrano nel campo di applicazione sono responsabili di oltre il 95 per cento delle emissioni dei prodotti“, ha spiegato, sostenendo che questa mossa “non fa nulla per sminuire l’importanza degli obiettivi climatici, ma è un modo per rendere la vita molto più facile” a un gran numero di imprenditori nel Vecchio continente, aiutandoli a migliorare la loro competitività. Tale proposta di semplificazione arriverà con il primo provvedimento “Omnibus” che la Commissione dovrebbe presentare verso fine mese, e che dovrà essere approvato dall’Eurocamera e dal Consiglio Ue.

Separatamente, Hoekstra si è impegnato ad avviare una revisione del Cbam specificamente per i settori del cemento, dell’alluminio, dell’elettricità e dell’idrogeno, che potrebbe essere esteso anche ad altri ambiti come vetro, ceramica, carta, cellulosa e prodotti chimici di base. “Esamineremo attentamente gli ambiti di applicazione” e “valuteremo con attenzione anche le esportazioni” mantenendo una “mentalità aperta”, ha aggiunto, sottolineando che non si tratta di un’impresa semplice.
Il commissario ha ribadito di fronte agli eurodeputati che “la tassazione può rivelarsi uno strumento potente ed efficace per promuovere il progresso verso i nostri obiettivi climatici”. Ad esempio, la direttiva sulla tassazione dell’energia (attualmente in fase di negoziato tra i colegislatori) “incentiverà ulteriormente l’energia pulita tassando i combustibili fossili più delle energie rinnovabili”. “Il testo deve essere più ambizioso nei settori dell’aviazione e del trasporto marittimo“, ha notato, “e vogliamo assicurarci di fare progressi sugli obiettivi di emissione“.