Bruxelles – Finché in Ue vigerà la regola dell’unanimità, “a Trump e a Musk basterà trovare un alleato, un cavallo di Troia per bloccare gli avanzamenti necessari”. La segreteria del Partito Democratico, Elly Schlein, lancia un appello alle istituzioni europee e ai Paesi membri: o si investe in una maggiore integrazione, “o saremo cancellati”.
A Bruxelles per un incontro del Partito Socialista Europeo, la leader dell’opposizione italiana ha un messaggio anche per Giorgia Meloni, interlocutrice privilegiata di Donald Trump in queste prime fasi della nuova amministrazione americana: “Tra essere i primi della classe, quelli con la relazione più amicale, ed essere funzionali a un disegno di disgregazione dell’Ue, il passo è breve”. Schlein invita alla cautela, e suggerisce: “Se si vuole fare l’interesse dell’Italia, oggi più che mai, bisogna puntare sull’unità europea, sul superamento dell’unanimità e su un grande piano di investimenti comuni”. Che deve “anticipare i dazi di Trump”.
Il dibattito sulla riforma dei Trattati, che impongono al Consiglio dell’Unione europea di prendere all’unanimità le decisioni che riguardano ad esempio affari esteri e budget, non è certo una novità. Reso evidente nelle molteplici crisi degli ultimi anni: dalla strenua opposizione di alcuni Paesi a strumenti finanziari comuni durante la pandemia e la crisi energetica, ai continui veti del premier ungherese Viktor Orbán sul supporto all’Ucraina, un “cavallo di Troia” di Vladimir Putin capace di tenere in scacco gli altri 26 Paesi membri. Ora però, a giudicare dall’aggressività con cui Trump si è insediato alla Casa Bianca, le minacce arrivano anche dall’altra sponda dell’Atlantico, dall’alleato storicamente più stretto dell’Unione europea.

Ecco perché – secondo Schlein – “mentre monta la preoccupazione” per il cambio di amministrazione americana, tra i rischi sempre più concreti di una guerra commerciale e le minacce più o meno velate alla Danimarca sulla Groenlandia, “siamo arrivati ad un bivio”. Non si può più permettere a nessuna capitale europea di essere “funzionale a questo disegno di disgregazione, frammentazione e indebolimento dell’Ue”. A maggior ragione, se si mette in relazione questo problema con l’impulso che Bruxelles sta cercando di imprimere al processo di Allargamento: se davvero tra qualche anno i Paesi membri che siedono al Consiglio dell’Ue non saranno più 27, ma 33 o magari 36, il principio dell’unanimità – baluardo della sovranità nazionale contro i rischi dell’integrazione europea – rischia davvero di diventare una zavorra pesantissima.
La segretaria dem ne ha discusso con i leader del Partito Socialista europeo, riuniti a Bruxelles per preparare il vertice informale sulla Difesa convocato dal presidente del Consiglio europeo, António Costa. Secondo Schlein, almeno nella famiglia socialista il messaggio è passato: “Anche Paesi storicamente più timidi rispetto al processo di integrazione Ue” si sono convinti che “davanti alle contingenze attuali l’Ue è l’unica risposta e l’unanimità va superata”, ha affermato a margine dell’incontro.