Bruxelles – Sostenere l’occupazione giovanile e femminile in Italia. E’ l’obiettivo degli aiuti di Stato pari a 1,1 miliardi di euro a cui oggi la Commissione europea ha dato il suo via libera. Per la ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, il sì della Commissione europea “costituisce un successo per il governo Meloni e una grande opportunità per il Paese intero. Potremo dare – ha aggiunto in un video su X – nuovi strumenti ai giovani e alle donne per entrare nel mondo del lavoro e dalla combinazione delle varie misure contiamo di creare fino a 180 mila nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato”. Mentre Bruxelles ha evidenziato che “il regime contribuisce agli obiettivi della politica sociale e occupazionale dell’Ue ed è in parte finanziato dal Fondo sociale europeo Plus (Fse+)”.
Il regime consiste in due misure destinate ai giovani sotto i 35 anni che non hanno mai avuto un contratto di lavoro a tempo indeterminato e alle donne che risiedono nel Mezzogiorno e non hanno avuto un impiego stabile negli ultimi 6 mesi. L’aiuto sosterrà i gruppi di lavoratori più vulnerabili che registrano livelli di disoccupazione più elevati rispetto ad altre categorie, come ad esempio i lavoratori over 35 o di sesso maschile, e “affronta anche il problema della disoccupazione femminile nelle regioni del Mezzogiorno, dove il tasso di disoccupazione è notevolmente più elevato rispetto al resto dell’Italia e alla media dell’Ue”, ha osservato la Commissione. Più nello specifico, nell’ambito di tale regime, i datori di lavoro che assumono entro il 31 dicembre 2025 giovani o donne con un contratto a tempo indeterminato saranno esentati dal pagamento dei contributi previdenziali obbligatori. L’importo massimo di aiuto è di 650 euro al mese per lavoratore e di 500 euro per i giovani che risiedono in zone diverse dal Mezzogiorno e i datori di lavoro ammissibili riceveranno l’aiuto per un periodo di 24 mesi dopo l’assunzione.
“Garantire un’occupazione stabile ai giovani e alle donne resta una priorità e un obiettivo strategico per l’Unione europea”, ha commentato la vice presidente esecutiva della Commissione europea per una Transizione pulita, giusta e competitiva, Teresa Ribera. “Questo regime da 1,1 miliardi di euro consentirà all’Italia di offrire ai lavoratori interessati migliori prospettive lavorative e di combattere le disparità regionali”, ha evidenziato.
La Commissione ha valutato la misura alla luce delle norme dell’Ue sugli aiuti di Stato e ha concluso che “il regime è necessario e adeguato” per promuovere “un’occupazione stabile per quei lavoratori che incontrano notevoli difficoltà a entrare nel mercato del lavoro o a rimanervi attivi a lungo termine”. In più, “l’aiuto è proporzionato in quanto è limitato a quanto strettamente necessario per incoraggiare l’occupazione stabile dei gruppi vulnerabili di lavoratori e per coprire circa il 30% dei costi salariali del datore di lavoro” e “dispone di garanzie sufficienti per evitare abusi, ad esempio il licenziamento di dipendenti esistenti per sostituirli con nuovi dipendenti e ricevere il sostegno previsto da una delle misure sovvenzionate o al solo scopo di ridurre i costi del lavoro”. Infine, “le misure non comportano indebite distorsioni della concorrenza, in quanto l’aiuto è limitato nel tempo ed è aperto a tutti i settori dell’economia”. Su queste basi, Bruxelles ha detto sì.