Bruxelles – “Il rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, dello Stato di diritto e dei diritti umani, comprese le libertà di espressione e di religione o di credo nonché i diritti delle persone appartenenti a minoranze, deve guidare e guiderà le nostre azioni in ogni momento, in linea con i valori su cui si fonda l’Unione europea e che sono comuni a tutti noi”. In occasione del Giorno della Memoria le istituzioni dell’Unione europee ricordano l’Olocausto assicurando che l’impegno è che “mai più” possa accadere un’immane tragedia come quella. Questa dichiarazione è degli Stati membri, i quali riscontrano oggi “un aumento senza precedenti dell’antisemitismo nel nostro continente, cui non assistevamo dai tempi della seconda guerra mondiale”, e ovviamente condannano “con la massima fermezza l’allarmante aumento degli episodi violenti di antisemitismo, del negazionismo e della distorta rappresentazione dell’Olocausto, nonché delle teorie del complotto e dei pregiudizi nei confronti degli ebrei”.
Secondo i governi dei Ventisette “oggi più che mai è essenziale tenere fede alla nostra responsabilità di onorare le vittime dell’Olocausto. Siamo determinati a combattere l’antisemitismo e a proteggere e sostenere la vita ebraica in Europa. Denunciamo tutte le forme di discriminazione, intolleranza, razzismo e xenofobia e adotteremo azioni risolute per affrontare queste minacce alle società democratiche”. Per i governi dell’Ue “mai più è ora”.
Il Parlamento europeo il 29 gennaio alle 12.00 commemorerà la Giornata durante una sessione plenaria a Bruxelles con un discorso speciale di Corrie Hermann, la figlia novantaduenne di Pál Hermann, considerato uno dei migliori violoncellisti della sua epoca, ucciso dai nazisti in un campo di sterminio nei Baltici nel 1944.
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha celebrato ieri con un tweet la Giornata ammonendo che “mentre gli ultimi sopravvissuti pian piano spariscono, è nostro dovere di europei ricordare gli indicibili crimini e onorare la memoria delle vittime”.
Tomorrow marks 80 years since the liberation of the Nazi concentration and extermination camp of Auschwitz-Birkenau.
We will never forget the 6 million Jews murdered in cold blood and all the victims of the Holocaust.
As the last survivors fade, it is our duty as Europeans to… pic.twitter.com/fRG7wItejw
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) January 26, 2025
Più di 1.000 giornalisti sono accreditati per l’80° anniversario della liberazione di Auschwitz, e con i reali, i capi di Stato e di governo e altri dignitari provenienti da più di 50 Paesi che parteciperanno alla cerimonia principale questo pomeriggio. Ci saranno i re Carlo III di Gran Bretagna, Felipe di Spagna, Willem-Alexander dei Paesi Bassi, Filippo del Belgio, Frederik di Danimarca, Haakon di Norvegia e la principessa ereditaria Vittoria di Svezia sono tra le teste coronate attese, insieme ai presidenti Emmanuel Macron, Alexander von der Bellen, Sergio Mattarella e Frank-Walter Steinmeier.
Parteciperanno anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz e altri primi ministri di nazioni come Canada, Croazia e Irlanda, mentre altri Paesi invieranno ministri degli Affari esteri o ambasciatori. Israele è rappresentato dal ministro dell’Istruzione Yoav Kisch e gli Stati Uniti dall’inviato speciale per il Medio Oriente Steve Witkoff. Parteciperanno anche i presidenti del Parlamento europeo e del Consiglio, mentre la Commissione sarà rappresentata dal commissario Valdis Dombrovskis.