Bruxelles – Tiene banco la vicenda del danneggiamento ad un cavo sottomarino nel Mar Baltico, tra la Lettonia e la Svezia, nella giornata di ieri (26 gennaio). Mentre Stoccolma ha già avviato un’indagine e fermato una prima imbarcazione sospetta, Riga ha puntato il dito contro le navi della famigerata “flotta ombra” del Cremlino. I ministri degli Esteri dell’Ue, riuniti oggi a Bruxelles, hanno discusso del possibile atto deliberato di sabotaggio. “Vediamo minacce ibride in tutta Europa, dobbiamo aumentare la consapevolezza e fare di più“, ha ammesso l’Alta rappresentante Ue per gli Affari esteri, Kaja Kallas.
All’incontro tra i ministri dei 27 era presente anche Henna Virkkunen, vicepresidente esecutiva della Commissione europea responsabile per la sovranità tecnologica, la sicurezza e la democrazia. Al suo arrivo, ha assicurato che Bruxelles sta “prendendo molto sul serio le minacce ibride”, sottolineando che anche se “la protezione delle infrastrutture critiche e le indagini sugli incidenti sono di competenza degli Stati membri”, la Commissione europea è “disposta e capace di sostenerli”. Nel concreto, il supporto dell’esecutivo Ue si traduce in “sostegno operativo, finanziario e di condivisione delle informazioni”. Il suo connazionale ed ex presidente finlandese, Sauli Niinistö, che lo scorso ottobre ha redatto un rapporto sulla difesa europea per conto di Ursula von der Leyen, aveva sottolineato la necessità di instaurare una rete europea antisabotaggio che sia in grado di fornire supporto su richiesta di uno Stato membro.
Ma questa volta – dopo una serie di incidenti misteriosi in pochi mesi che hanno coinvolto anche Germania, Finlandia e Lituania – le autorità lettoni e svedesi hanno risposto con rapidità. Subito dopo la notizia dell’interruzione del cavo in fibra ottica che collega la Lettonia all’isola svedese di Gotland, la premier lettone, Evika Silina, aveva già informato di essere al lavoro “insieme agli alleati svedesi e alla Nato per indagare sull’incidente, incluso il pattugliamento dell’area, nonché l’ispezione delle imbarcazioni che si trovavano nell’area”. Per far fronte agli attacchi ibridi alle infrastrutture strategiche nel Mar Baltico, da una settimana è stata schierata nelle acque del Nord un’operazione navale, la Nato – Baltic Sentry.
I sospetti sono ricaduti su una nave mercantile, la MV Vezhen, di proprietà della compagnia bulgara Navibulgar e battente bandiera maltese. La nave – ora ormeggiata al porto svedese di Karlskrona – sarebbe partita dal porto russo di Ust-Luga diversi giorni fa e stava navigando tra Gotland e la Lettonia nel momento in cui si ritiene che si sia verificato l’incidente. L’ipotesi è che avrebbe trascinato l’ancora per spezzare il cavo a cinquanta metri di profondità.
“Una delle navi coinvolte è effettivamente parte di una flotta ombra sanzionata“, ha dichiarato questa mattina la ministra degli Esteri della Lettonia, Baiba Braze, all’arrivo al Consiglio Affari Esteri dell’Ue. “La buona notizia – ha aggiunto – è che il nostro operatore, la società statale che gestisce i cavi per i dati, era così ben preparato che non abbiamo subito alcuna perdita di dati o di trasmissione. Le procedure operative e gli scenari di crisi hanno funzionato”. Elogiando la prontezza dei due Paesi membri, la vicepresidente esecutiva Virkkunen ha evidenziato: “Dopo cinque o sei incidenti avvenuti nell’ultimo periodo, penso che siamo molto più preparati, ma naturalmente dobbiamo fare di più”.