Bruxelles – Continua a salire la tensione politica a Bratislava, dove siamo ormai allo scontro aperto tra il primo ministro filorusso Robert Fico e le opposizioni parlamentari. Il muro contro muro ha portato all’annullamento di una mozione di sfiducia al premier, che a sua volta ha accusato – adducendo prove tutt’altro che convincenti – i manifestanti pro-Ue di pianificare un colpo di Stato sul modello dell’Euromaidan ucraino.
Salta il voto sulla sfiducia
Da settimane, il clima politico in Slovacchia si sta facendo sempre più pesante a seguito dello scontro frontale tra il capo dell’esecutivo Robert Fico e le forze dell’opposizione. Queste ultime stanno trovando un’inedita unità nel contestare il primo ministro populista, soprattutto a causa della sua vicinanza sempre più marcata alla Russia di Vladimir Putin e per i suoi metodi di governo bollati come autoritari.
La tensione è salita ulteriormente martedì (21 gennaio), quando il Parlamento si era riunito in sessione speciale per discutere di una mozione di censura delle opposizioni. Ma il voto sulla sfiducia non è mai avvenuto perché Fico, presente al dibattito, ha chiesto di passare ad una procedura segreta a porte chiuse provocando così la protesta delle minoranze, che hanno lasciato l’Aula.
Come giustificazione per la sospensione della sessione pubblica, il premier ha dichiarato di aver ricevuto un rapporto dai servizi segreti di cui era necessario dare urgente lettura all’assemblea. Ma, a sentire le opposizioni, si è trattato di una farsa: “Il rapporto era solo un mucchio di banalità compilate da alcune email“, ha dichiarato il numero due del partito liberale Slovacchia progressista (Ps) Tomas Valasek, aggiungendo che il governo è ricorso ad “un trucco procedurale per imbavagliare l’opposizione“.
Il leader del Ps e capo dell’opposizione Michal Šimečka ha accusato Fico di voler far uscire la Slovacchia dall’Ue, redarguendolo inoltre per la sua controversa visita al Cremlino avvenuta qualche giorno prima di natale. “Siamo pericolosamente vicini a pratiche totalitarie“, ha ammonito il suo compagno di partito Martin Dubéci.
Il contenuto del dispaccio in questione è stato poi diffuso dai media locali. Le email incriminate erano effettivamente circolate tra le organizzazioni promotrici di una giornata di mobilitazione nazionale indetta per domani (24 gennaio), con manifestazioni programmate a Bratislava e in una ventina di altre città. Come confermato da una delle ong interessate, le missive elettroniche contenevano una serie di indicazioni programmatiche per le proteste non violente, per far sì che il governo tornasse sui propri passi e riaffermasse il corso pro-Ue e pro-Ucraina della Slovacchia, interrottosi da quando Fico ha riconquistato il potere nell’autunno 2023.
Le accuse di golpe
In occasione della visita dell’omologo ungherese Viktor Orbán martedì, il premier slovacco si è scagliato contro le opposizioni parlamentari e le organizzazioni della società civile che sostengono le proteste antigovernative (le quali vanno avanti ormai da diversi mesi), responsabili a suo dire di preparare un “colpo di Stato” per rovesciare la democrazia nel Paese.
Had my first meeting this year with Prime Minister Robert Fico
The world has become a different place since yesterday. The only place where they fail to notice this is Brussels.
❌ Instead of stopping the war, they want to continue financing it.
⚡️Instead of bringing… pic.twitter.com/FVJH7UdYug— Orbán Viktor (@PM_ViktorOrban) January 21, 2025
“Non posso fare nomi e non posso discutere le circostanze, ma posso dirvi in tutta serietà che l’opposizione slovacca sta pianificando un Maidan“, ha dichiarato Fico alla stampa, aggiungendo che l’opposizione “sta progettando di occupare gli edifici governativi” e promettendo in tutta risposta “significative misure preventive” da parte dell’esecutivo.
I servizi dell’intelligence civile hanno affermato, da parte loro, di aver ottenuto informazioni circa “un’operazione organizzata a lungo termine con l’obiettivo di destabilizzare la Repubblica“. Una riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza era stata convocata per stamattina, ma al momento della pubblicazione non erano disponibili aggiornamenti sull’esito dell’incontro, richiesto dal primo ministro.
Dall’Euromaidan a Ján Kuciak
Il riferimento del premier rimanda all’Euromaidan, il sollevamento popolare con il quale gli ucraini hanno costretto alla fuga il presidente filorusso Viktor Janukovyč nel febbraio 2014 dopo mesi di proteste represse violentemente dagli apparati di polizia. In risposta a quella che a Kiev viene chiamata “rivoluzione della dignità“, Mosca ha annesso unilateralmente la Crimea e ha sostenuto l’avvio delle ostilità da parte delle forze separatiste del Donbass.
Secondo Fico, in Slovacchia sarebbero già attivi dei non meglio precisati “esperti” occidentali come quelli che, stando alla vulgata filorussa, sarebbero stati coinvolti nella rivoluzione ucraina di 11 anni fa e nelle proteste che da mesi stanno scuotendo la Georgia. Il primo ministro ha assicurato che l’intelligence sta monitorando la situazione.
Ma le opposizioni hanno ripetutamente messo in dubbio l’imparzialità dei servizi segreti civili slovacchi e hanno chiesto di sottoporli al controllo di una commissione parlamentare. Attualmente, il capo dell’agenzia è nominato dal premier e il ruolo è ora nelle mani di Pavol Gaspar, figlio di quel Tibor che nel 2018 era comandante della polizia e fu costretto a dimettersi – così come lo stesso Fico – in seguito all’assassinio del giornalista Ján Kuciak e della compagna Martina Kusnirova. Ora Gaspar padre è deputato per lo Smer, il partito di Fico.
Le circostanze dell’uccisione di Kuciak, che stava indagando su un caso di corruzione di alto livello in cui sarebbe stata coinvolta anche la ‘Ndrangheta, non sono mai state chiarite ma in molti, in Slovacchia e all’estero, ritengono che l’allora capo del governo abbia avuto qualche parte nella vicenda. È stato peraltro lo stesso Fico a collegare direttamente gli avvenimenti di questi giorni con i fatti del 2018, sostenendo di essere vittima di un complotto ordito da oscure forze filo-occidentali.