Bruxelles – Stretta europea sui social media, il Parlamento Ue dice ‘sì’ in modo compatto mentre gli italiani si dividono. Nella risoluzione che l’Aula approva a larga maggioranza (480 voti favorevoli, 58 contrari e 48 astensioni) viene chiesto di agire contro gli annunci di Meta e X sull’intenzione di allentare le proprie norme in materia di verifica e moderazione dei contenuti. Una linea dura doverosa perché, si denuncia, “ciò potrebbe consentire alla campagna di disinformazione della Russia di diffondersi ulteriormente in tutto il mondo”. La Lega però si astiene, mentre Movimento 5 Stelle e Sinistra Italiana si oppongono.
Difficile capire le vere ragioni di voto su un testo che comprende tutto e di più. Non c’è solo la richiesta di fermezza contro i signori di internet Mark Zuckerberg (Meta) ed Elon Musk (X), c’è anche la richiesta di intensificare la lotta alla propaganda russa attraverso “l’alfabetizzazione mediatica e sostegno per i canali di informazioni di qualità e il giornalismo professionale”. Il testo, non vincolante, chiede inoltre il divieto a livello di Unione europea di utilizzo e diffusione di simboli nazisti e comunisti sovietici.
Tanti elementi per poter dire ‘sì’ o ‘no’ a una proposta inevitabilmente divisiva.
L’obiettivo politico resta quello di una censura nei confronti della Russia, additata come il male di oggi. Sul conflitto russo-ucraino un ruolo rischia di giocarlo la diffusione di messaggi e contenuti su internet che vede l’Aula intimare alla Commissione europea e agli Stati membri di “applicare rigorosamente” la legge Ue sui servizi digitali (Dsa), “elemento importante della lotta contro la disinformazione russa”. Vorrebbe dire attaccare il responsabile al taglio della spesa pubblica dell’amministrazione Trump, dopo che l’Aula sul patron di X, Elon Musk, si è già divisa.