Bruxelles – Oramai la guerra è aperta e quotidiana. La Commissione europea ha reso noto oggi (20 gennaio) di aver richiesto consultazioni presso l’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) per eliminare le pratiche commerciali sleali e illegali della Cina nell’ambito della proprietà intellettuale.
La Cina ha autorizzato i propri tribunali a fissare tassi di royalty vincolanti a livello mondiale per i brevetti essenziali standard dell’Ue, lamenta la Commissione, senza il consenso del titolare del brevetto. In questo modo, le imprese europee innovative ad alta tecnologia sono costrette ad abbassare i loro tassi su base mondiale, dando così ai produttori cinesi un accesso più economico alle tecnologie europee.
La Cina, inoltre, secondo Bruxelles, interferisce indebitamente con la competenza dei tribunali dell’Ue in materia di brevetti europei. La Commissione europea è fermamente convinta che tali pratiche siano incompatibili con l’Accordo del Wto sugli aspetti dei diritti di proprietà intellettuale attinenti al commercio (Trips).
Poiché la Cina non ha trovato una soluzione negoziale soddisfacente, l’Ue, afferma la Commissione in una nota, “è costretta a chiedere consultazioni come primo passo di questa procedura di risoluzione delle controversie presso il Wto, con l’obiettivo di garantire che le sue industrie high-tech – in particolare nel settore delle telecomunicazioni – possano esercitare efficacemente i loro diritti di brevetto e proteggere i loro investimenti nell’innovazione”.
Questo caso riguarda i ‘brevetti standard essenziali‘, che appunto proteggono le tecnologie essenziali per la produzione di beni che soddisfano uno standard, ad esempio il 5G per i telefoni cellulari. Le imprese europee detengono molti di questi brevetti high-tech, in particolare nel settore delle telecomunicazioni, che conferiscono loro un vantaggio tecnologico. Fissando i tassi di royalty a livello mondiale per tali brevetti, la Cina ha tentato di costringere le aziende dell’Ue a concedere ai produttori cinesi un accesso più economico a tale tecnologia europea.
La pratica dei tribunali cinesi di fissare i tassi di royalty a livello mondiale per i brevetti standard essenziali è collegata a un’altra controversia, quella delle ingiunzioni anti-suit, attualmente contestata dall’Ue presso il Wto. Le ingiunzioni anti-causa cinesi limitano di fatto i titolari di brevetti high-tech, multandoli o sanzionandoli in altro modo se cercano di far valere i loro diritti di proprietà intellettuale attraverso un tribunale non cinese. Il gruppo di esperti del Wto istituito in questo caso (DS 611) dovrebbe pubblicare una relazione nel primo trimestre del 2025.
Le consultazioni richieste dall’Ue sono il primo passo della procedura di risoluzione delle controversie del Wto. Se non dovessero portare a una soluzione soddisfacente entro 60 giorni, l’Ue potrà passare alla fase contenziosa e chiedere al Wto di istituire un panel che si pronunci sulla questione.