Bruxelles – Dopo il Mercosur, il Messico, con un accordo annunciato oggi (17 gennaio). L’Unione europea allarga (rinnovando l’intesa fatta 20 anni fa) la sua estensione commerciale in una zona di mondo da sempre oggetto degli interessi degli Stati Uniti. Per qualcuno una prova di forza quella della presidente della Commissione Ue, soprattutto per ciò che riguarda l’accordo di libero scambio con i Paesi del sud America, oggetto di critiche e riserve. Ma certamente una dimostrazione di pazienza, capacità e senso della strategia. L’Ue chiude intese commerciali con il continente americano prima dell’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, garantendosi nuovi partner in attesa di capire come si muoverà la prossima amministrazione americana.
Certo, servirà il beneplacito degli Stati membri. Intanto però l’esecutivo comunitario continua quell’opera di accrescimento della propria presenza oltre oceano. Nel 2016 l’Ue ha concluso l’accordo commerciale con il Canada (noto come ‘Ceta’), entrato in vigore il 21 settembre 2017. Una firma che ha permesso così al ‘made in EU’ di penetrare nell’area Nafta, l’area di libero scambio che comprende Canada, Stati Uniti e Messico. A inizio dicembre dello scorso anno l’annuncio dell’intesa coi Paesi del blocco sudamericano ( Argentina, Bolivia, Brasile, Paraguay, Uruguay più Venezuela sospeso). Ora l’ultimo tassello che rafforza l’Ue di fronte alle tentazioni trumpiane di nuove guerre dei dazi.
Come possa reagire la seconda amministrazione Trump resta da vedere. Si avvertirà un senso di ‘accerchiamento’ commerciale o invece questa mossa, mettendo gli Usa in un angolo, contribuirà a un nuovo approccio, più disteso e orientato al confronto con il Vecchio continente? Quale che sia lo scenario non c’è dubbio che la Commissione ha saputo raggiungere traguardi importanti non solo in chiave economico-commerciale, ma ancor più in chiave geo-strategica.
Il Messico è ricco di zinco (metallo più usato dopo acciaio, ferro e rame), rame (utile per motori elettrici, trasformatori, circuiti e cavi elettrici), antimonio (indispensabile per batterie e semiconduttori), manganese (prezioso per applicazioni ad alta tecnologia, in particolare nel settore dell’accumulo di energia). Solo a guardare quanto c’è in ballo, limitandosi al solo Green Deal europeo, in questo accordo Ue-Messico non c’è dubbio che la Commissione abbia prodotto un risultato non di poco conto. Non a caso in Parlamento europeo l’annuncio viene accolto con grande soddisfazione.
“In un’epoca caratterizzata da una crescente incertezza globale, questo accordo svolgerà un ruolo fondamentale nel rafforzare il dialogo politico e nel potenziare la cooperazione per affrontare complesse sfide transnazionali, garantendo maggiore stabilità e prosperità sia per l’UE che per il Messico”, il commento di David McCallister (Ppe), presidente della commissione Affari esteri, Javi López (S&D), relatore permanente della commissione Affari esteri sulle relazioni Ue-Messico, e Antonio López-Istúriz White (Ppe), capo-delegazione del Parlamento europeo per il Messico.
La chiusura dell’accordo commerciale con il Messico è una garanzia in più in tempi di incertezze globali, un’assicurazione per il proprio immediato futuro date le avvisaglie di cambi di rotta statunitensi potenziali. L’Ue ha giocato di anticipo, e cerca scudi per la propria competitività. Ora il grande punto interrogativo riguarda gli Stati membri. Ursula von der Leyen ha tessuto la propria trama, mandano messaggi chiari a Trump. Non è cosa da poco.