Bruxelles – Qualcosa sembra muoversi a Bratislava, dove i partiti dell’opposizione stanno cercando di unire le forze per mandare a casa il primo ministro filorusso Robert Fico. E nel loro tentativo di disarcionarlo, potrebbero ottenere il cruciale aiuto di una manciata di deputati della maggioranza, che negli ultimi mesi sembra azzoppata a causa di contrasti interni ai partiti della coalizione.
Durante un’inedita conferenza stampa congiunta, ieri (14 gennaio) i leader delle principali formazioni d’opposizione slovacche hanno annunciato che intendono coordinarsi per mettere fine al governo di Robert Fico, già premier altre due volte (dal 2006 al 2010 e dal 2012 al 2018) alla guida di Smer, un partito populista di sinistra che è stato sospeso dal partito dei socialisti europei nell’ottobre 2023 per le sue posizioni filorusse e per aver formato un esecutivo di coalizione con la destra nazionalista del Partito Nazionale Slovacco (Sns).
Verso Mosca con furore
Le accuse delle opposizioni nei confronti del primo ministro si concentrano soprattutto sulla sua disinvolta politica estera: sotto la sua guida, dicono, Bratislava si sta avvicinando troppo a Mosca e si sta allontanando dalle tradizionali alleanze euro-atlantiche.
Fico ha più volte messo in discussione il supporto militare all’Ucraina, ha sospeso l’invio di armi all’ex repubblica sovietica, ha annunciato il veto slovacco all’ingresso di Kiev nell’Ue e nella Nato e, soprattutto, si è recato al Cremlino a sorpresa per incontrare il presidente russo Vladimir Putin scatenando un ginepraio di polemiche tanto in patria quanto a Bruxelles.
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Durante la sua controversa visita pre-natalizia, il premier slovacco ha cercato di assicurare l’afflusso del gas russo a basso costo verso il proprio Paese dopo lo stop al transito tramite l’Ucraina, e si è offerto di ospitare futuri colloqui di pace tra Putin e il prossimo presidente statunitense Donald Trump (una candidatura successivamente emulata anche da Berna e Belgrado).
Voto di censura
Così, nel pomeriggio di ieri le opposizioni parlamentari (Ps, SaS e Kdh) hanno invitato il movimento extraparlamentare Sdkú-Ds e il partito Slovacchia (precedentemente noto come Ol’ano), guidato dal controverso ex premier Igor Matovič, ad unire le forze per detronizzare il capo dell’esecutivo e riportare il Paese su un corso politico saldamente filo-occidentale.
Il cambio di passo dovrebbe passare tramite una mozione di sfiducia al governo da presentare all’emiciclo alla prima occasione utile, che potrebbe già essere il prossimo 21 gennaio. Fico ha dichiarato che parteciperà personalmente alla sessione straordinaria e che farà in modo che i deputati della maggioranza siano presenti così da garantire il raggiungimento del quorum per la votazione.
Il leader dell’opposizione in Aula, Michal Šimečka (Ps) ha sottolineato la necessità dei partiti coinvolti, le cui piattaforme politiche sono decisamente eterogenee, di mandare un messaggio di unità contro il premier, che “vola in giro per il mondo, si inchina ai dittatori, si gode il lusso da qualche parte in Vietnam, insulta i nostri vicini e partner“.
Il riferimento ai dittatori riguarda evidentemente l’incontro con Putin, mentre quello al Vietnam si collega ad un presunto soggiorno di Fico in un hotel di lusso nel Paese asiatico mentre in patria la popolazione fa i conti con l’esplosione del costo della vita e la crisi del sistema sanitario. Anche Branislav Gröhling (SaS) ha ribadito che le forze anti-Fico devono allearsi per “salvare la Slovacchia”.
Dnes sme sa celá opozícia zjednotili na postupe proti vláde Roberta Fica. Sú medzi nami mnohé rozdiely, v názoroch aj v štýle politiky, ale keď ide o obranu demokracie a slobody na Slovensku, vieme spolupracovať. Zhodli sme sa na dvoch zásadných bodoch: pic.twitter.com/mMp3CL3Nis
— Michal Šimečka (@MSimecka) January 14, 2025
La matematica dell’Aula
Nel Parlamento monocamerale slovacco, l’opposizione detiene 71 dei 150 seggi totali ma per censurare il governo saranno necessari almeno 76 voti. Dati i dissapori che si registrano all’interno della coalizione di governo, tuttavia, non è impossibile che qualche deputato della maggioranza si sfili e voti contro il suo stesso esecutivo.
Negli ultimi mesi, i gruppi parlamentari dei partner di Smer, Hlas e Sns, hanno fatto mancare il proprio supporto in diverse occasioni e sono stati paralizzati da contrasti interni, dovuti tra le altre cose anche alla crescente insofferenza verso le tendenze filorusse del premier: alcuni deputati hanno preso pubblicamente le distanze dal viaggio di Fico a Mosca annunciando contestualmente che si recheranno a Kiev per esprimere solidarietà al popolo ucraino.
A questo punto, lo scorso 12 gennaio Fico ha lanciato un ultimatum ai suoi alleati, minacciando elezioni anticipate o, in alternativa, un rimpasto di governo se le questioni intestine non verranno risolte entro marzo.