Bruxelles – Il sistema Italia si presenta in Europa. Nel cuore di Bruxelles, l’evento-vetrina Connact ha riunito 22 grandi aziende e 12 associazioni di categoria – per un giro di affari che vale il 47 per cento del Pil dello Stivale – con la delegazione italiana del Parlamento europeo, rappresentanti delle istituzioni Ue e il corpo diplomatico d’Italia. Otto tavoli tematici in cui stakeholders, soggetti privati e istituzionali hanno potuto confrontarsi sulle priorità da fissare per la legislatura europea che ha appena preso il via. In apertura all’evento, il rappresentante aggiunto presso l’Ue, Stefano Verrecchia, ha invitato la platea a “sfruttare lo spazio potenziale per migliorare la rappresentazione dell’interesse nazionale”.
Dopo i saluti istituzionali del vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, dei presidenti di Camera e Senato, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa, e della vicepresidente del Parlamento europeo, Antonella Sberna, hanno preso la parola i rappresentanti del corpo diplomatico, che quotidianamente tessono i rapporti e difendono gli interessi del Paese nel dedalo di organi e istituzioni con sede a Bruxelles. A cominciare da Federica Favi, ambasciatrice d’Italia in Belgio, “emozionata” per un’iniziativa che “si inquadra perfettamente nel dettato costituzionale” che prevede “il diritto di concorrere alla definizione delle politiche nazionali ed europee“.
Favi ha assicurato che “il sistema diplomatico opera a Bruxelles per un rafforzamento del sistema Paese e di tutte le sue espressioni”. Un lavoro svolto con dedizione fino all’ultimo giorno da Stefano Verrecchia, Rappresentante permanente aggiunto d’Italia presso l’Ue, in procinto di insediarsi come capo del Dipartimento Affari esteri della presidenza del Consiglio. Protagonista di alcune “battaglie forti” nella passata legislatura Ue in particolare per “ricercare un bilanciamento tra l’interesse industriale e l’ambizione climatica“.
Secondo Verrecchia, l’Italia è “sempre stata al centro” dell’agenda climatica europea, ma ricordando alle altre capitali dei 27 “quanto è importante evitare la deindustrializzazione”. L’ambasciatore ha citato ad esempio “il disastro” della crisi dell’automotive: “Se siamo costretti a chiedere ai nostri produttori di acquisire le quote di emissioni di compagnie non europee forse non è stato fatto lavoro rispetto alla famosa autonomia strategica”, ha constatato con amarezza.
È intervenuto poi Andrea Orizio, rappresentante permanente presso il Comitato politico e di sicurezza europeo (Cops), richiamando il “ruolo centrale” che l’Italia “è chiamata a giocare” per la sua “capacità di costruire consenso”. Infine Marco Peronaci, rappresentante permanente presso la Nato, che ha il suo quartier generale a pochi chilometri dalle istituzioni Ue, ha elogiato “l’esercizio di sistema e dialogo così fondamentale nella capitale europea” avviato da Connact. Secondo Peronaci, la fase di “policrisi” dell’ordine mondiale impone una “complementarietà tra l’azione della Nato e dell’Ue“, che diventa “un requisito esistenziale per la sicurezza europea”. E l’obiettivo, a pochi giorni dall’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, non può che essere “la tenuta del rapporto transatlantico”.
I temi messi sul piatto dal corpo diplomatico italiano a Bruxelles sono tanti e complessi. Sono quelli inquadrati dai tavoli di lavoro di ConnAct, in cui i 34 soggetti privati promotori – in rappresentanza di oltre un milione di imprese – siedono faccia a faccia con i policy makers che possono indirizzare il processo legislativo europeo dei prossimi cinque anni. E farli collimare il più possibile con gli interessi del sistema Paese, secondo le priorità che emergeranno dalla nuova piattaforma ConnAct.