Bruxelles – Restrizioni ingiustificate al ‘made in EU’ della salute e della sanità, la Cina continua a vietare il proprio mercato ad apparecchiature e dispositivi medici e la Commissione europea adesso minaccia risposte muscolari. “Siamo pronti a intraprendere azioni decise per difendere la parità di condizioni e sostenere una concorrenza leale”, assicura Maros Sefcovic, commissario per il Commercio. Parole che suonano da avvertimento per Pechino: l’Ue è pronta a un nuovo capitolo della guerra dei dazi avviata con la Repubblica popolare e approdata all’Organizzazione mondiale per il commercio (Wto).
C’è “la continua discriminazione” della Repubblica popolare contro i dispositivi medici dell’Ue nel mercato degli appalti pubblici, denuncia Bruxelles. L’ultima relazione in materia, denuncia e lamenta l’esecutivo comunitario, presenta “prove evidenti” del fatto che la Cina limita l’accesso dei produttori di dispositivi medici dell’Ue ai suoi contratti governativi “in modo ingiusto e discriminatorio”. Pratiche inaccettabile a cui si chiede di porre fine.
L’Europa è pronta a tutto, non solo dazi. La risposta dell’Unione europea alla politica potrebbe includere restrizioni così come anche l’esclusione degli offerenti cinesi per contratti governativi nell’Ue, vale a dire la chiusura del mercato unico per la Cina. Se così dovesse essere, l’avranno voluto i cinesi, sottolinea Sefcovic: “L’Unione europea desidera fortemente mantenere relazioni commerciali aperte, eque e reciprocamente vantaggiose con la Cina, anche per quanto riguarda gli appalti pubblici. Tuttavia, l’apertura deve essere reciproca”.
L’obiettivo resta quello di una soluzione concordata. “Continuiamo a dare priorità al dialogo come primo passo per trovare soluzioni”, continua il responsabile per il Commercio del secondo team von der Leyen. Intanto però ci si prepara ad un nuovo round di guerra commerciale.