Bruxelles – La stagione del taglio dei tassi di interesse potrebbe essere già finita. Non solo in Europa, ma un po’ dappertutto nel mondo. E’ l’allarme lanciato dall’Ifo, l’Istituto di ricerca economica di Monaco, sulla base delle attese degli esperti. L‘Economic Experts Survey, un sondaggio trimestrale condotto da Ifo e in collaborazione con lo Swiss Economic Policy Institute, rileva che nel 2025 è previsto un tasso di inflazione medio globale del 3,9 per cento. “Con queste aspettative di inflazione, è improbabile che si verifichino maggiori tagli dei tassi di interesse”, sottolinea Niklas Potrafke, ricercatore Ifo.
Si rischia di non assistere a un allentamento della politica monetaria perché, spiega lo stesso ricercatore, “le aspettative di inflazione rimangono al di sopra degli obiettivi di inflazione delle banche centrali”. In assenza di un ritorno verso gli obiettivi di riferimento diventa più difficile ipotizzare nuove ribassi del costo di prestito del denaro. Cattive notizie dunque per famiglie e imprese alle prese con mutui e prestiti.
La situazione riguarda anche l’Unione europea e la sua area euro. Per il 2025, gli esperti prevedono i tassi di inflazione più bassi nell’Europa occidentale (2,1 per cento). Tuttavia i dati cambiano se si considerano le diverse regioni del continente. Le aspettative in altre parti d’Europa rimangono al di sopra degli obiettivi di inflazione delle banche centrali. Nello specifico per il 2025 ci si attende un’inflazione media al 3,5 per cento nell’Europa meridionale e un’inflazione media del 7,5 per cento nell’Europa orientale.
Cosa potrà accadere per l’eurozona sarà possibile vederlo già il 30 gennaio, quando a Francoforte si riunirà il Consiglio direttivo della Banca centrale europea. La Bce resta fedele ad un approccio fondato e basato sui dati, e solo sulla base di questi potranno essere proposti eventuali nuovi tagli dei tassi.