Bruxelles – In Croazia, il presidente uscente Zoran Milanović ha stravinto il ballottaggio alle elezioni presidenziali, infliggendo una significativa sconfitta allo sfidante Dragan Primorac e di riflesso al partito del primo ministro Andrej Plenkovic, l’Unione Democratica Croata (HDZ), di cui Primorac è espressione. Ieri (12 gennaio) alle urne il socialdemocratico Milanović ha ottenuto il 78 per cento dei voti, lasciando il candidato conservatore con un misero 22 per cento.
Milanović, eletto per la prima volta nel 2020 e già primo ministro dal 2011 al 2016, era ampiamente favorito, come certificato dal primo turno del 29 dicembre scorso in cui era arrivato a un passo dal 50 per cento dei voti che ne avrebbero decretato la vittoria. Primorac aveva ottenuto il 19,3 per cento dei voti. Ed anche gli ultimi sondaggi in vista del secondo turno davano il candidato conservatore a meno del 30 per cento, mentre il presidente uscente oltre il 70 per cento dei consensi.
![Andrej Plenković Croazia](https://www.eunews.it/wp-content/uploads/2024/03/6c4b343f-0160-46c5-92d9-3e26218d498e-scaled-e1709629244823.jpg)
A Zagabria, il presidente della Repubblica ha per lo più una funzione cerimoniale, ma è anche il capo delle forze armate e coordina la politica estera del paese insieme al governo. Tuttavia, in un discorso pronunciato dopo i risultati elettorali, Milanović ha affermato che la sua vittoria è “un messaggio sulla situazione nel Paese, per coloro che hanno bisogno di sentirlo”. Un attacco al governo di Plenkovic, perché il sostegno quasi plebiscitario per Milanović “non è solo sostegno per me”, ha proseguito il presidente eletto. D’altra parte, l’HDZ è stato coinvolto negli ultimi anni in una serie di scandali per corruzione che hanno portato alle dimissioni o al licenziamento di oltre una trentina di ministri, da ultimo il titolare della Sanità Vili Beroš incarcerato lo scorso novembre.
Milanović, anche se sostenuto da una coalizione di centrosinistra guidata dal Partito Socialdemocratico (SDP), ha fatto sua una retorica molto aggressiva nei confronti sia dell’Unione europea che della Nato, e si è negli anni riposizionato sempre più marcatamente in senso populista. Guadagnandosi addirittura il soprannome di ‘Trump croato’. Nell’arco del suo primo mandato, ha criticato apertamente le restrizioni approvate dal governo durante la pandemia di Covid, si è opposto all’accoglienza di persone migranti nel Paese e ha difeso strenuamente la forze di polizia croate accusate di respingimenti violenti sulla rotta balcanica.
Il presidente si pone in netto contrasto rispetto al governo sul sostegno militare all’Ucraina e sull’impegno di Zagabria nella Alleanza Atlantica. Lo scorso ottobre si è schierato contro l’invio di militari croati in Germania che, nei piani di Plenkovic, avrebbero dovuto partecipare a un’operazione di addestramento per le truppe ucraine. Una mossa che secondo Milanović avrebbe potuto condurre la Croazia al conflitto con la Russia. “Finché sarò presidente, i soldati croati non combatteranno le guerre degli altri”, ha riaffermato chiaramente anche durante la sua campagna elettorale. La scorsa primavera, il presidente si era anche espresso contro l’ingresso di Svezia e Finlandia nella Nato.