Bruxelles – Il primo esborso nell’ambito del prestito G7 all’Ucraina, da ripagarsi con gli interessi sugli asset russi immobilizzati, è stato realizzato oggi (10 gennaio) da parte dell’Ue. Nelle casse statali di Kiev finiranno 3 miliardi di euro, la prima tranche del contributo del Vecchio continente che, entro la fine dell’anno, dovrebbe prevedere altri 15 miliardi.
Come annunciato in un comunicato dell’esecutivo comunitario, la Commissione ha staccato oggi il primo assegno destinato all’Ucraina nell’ambito dello strumento per l’assistenza macrofinanziaria all’ex repubblica sovietica (Mfa nell’acronimo inglese), dotato complessivamente di circa 18,1 miliardi da sborsare nel corso del 2025.
Si tratta della quota che Bruxelles si è impegnata a versare per fare la propria parte rispetto al maxi prestito da 45 miliardi di euro (50 miliardi di dollari) concordato la scorsa estate in Puglia, durante la presidenza italiana del G7. Una cifra, quella da mobilitare in Europa, decisamente inferiore al tetto massimo di 35 miliardi fissato lo scorso settembre dalla presidente dell’esecutivo comunitario Ursula von der Leyen.
La caratteristica fondamentale di questo prestito eccezionale risiede nelle modalità tramite cui verrà ripagato: le risorse necessarie non dovranno essere messe in campo da Kiev, che sarà così esentata da onerosi rimborsi, ma saranno garantite dai profitti straordinari derivanti dai beni russi immobilizzati raccolti attraverso il Meccanismo di cooperazione per i prestiti all’Ucraina (Ulcm).
La tranche odierna (la cui erogazione è stata formalmente autorizzata dalla Commissione lo scorso dicembre) è di 3 miliardi, che andranno a sostenere le “esigenze militari, di bilancio e di ricostruzione attuali e future” del Paese aggredito per “garantire la stabilità macroeconomica e ripristinare le infrastrutture critiche distrutte dalla Russia”, come si legge nella nota del Berlaymont.
I prossimi esborsi previsti dell’Mfa dovrebbero avvenire tra marzo e novembre e dovrebbero avere un’entità di 1 miliardo al mese (per un totale di 9 miliardi), mentre entro dicembre di quest’anno dovrebbero arrivare nelle casse ucraine i restanti 6 miliardi.
“Ogni giorno, per oltre mille giorni, la Russia ha distrutto le case degli ucraini e ha deliberatamente preso di mira le infrastrutture critiche, comprese le forniture di energia”, ha dichiarato l’Alta rappresentante per la politica estera Kaja Kallas, che oggi si trovava a Roma per la ministeriale G7 sulla Siria, dove ha incontrato sia la premier Giorgia Meloni sia il ministro degli Esteri Antonio Tajani, nonché il titolare della Difesa Guido Crosetto. “La Russia ha iniziato questa guerra e deve pagarne il prezzo“, ha aggiunto.
È sempre un piacere tornare in Italia!
A very constructive meeting with Prime Minister @GiorgiaMeloni
Europe has a lot of challenges ahead and by working together we are stronger. pic.twitter.com/yEhlnXaqmC
— Kaja Kallas (@kajakallas) January 10, 2025
Queste risorse vanno ad aggiungersi al finanziamento a lungo termine che l’Ue fornisce a Kiev tramite lo Strumento per l’Ucraina, la cui dotazione è fissata a 50 miliardi per il periodo 2024-2027 (quando scadrà l’attuale bilancio comunitario pluriennale). Dall’inizio dell’invasione su larga scala da parte della Russia, nel febbraio 2022, dall’Ue e dagli Stati membri sono arrivati all’Ucraina quasi 134 miliardi in assistenza militare, umanitaria e finanziaria.
Gli asset della Banca centrale russa congelati nelle giurisdizioni dei Ventisette sono stimati dalla Commissione intorno ai 210 miliardi, rappresentando la maggior parte delle attività russe immobilizzate a livello globale dagli alleati dell’Ucraina, mentre i profitti generati dai tassi di interesse si aggirerebbero tra i 2,5 e i 3 miliardi all’anno.