Bruxelles – Andare avanti, per non perdere un centesimo e non perdere la faccia. L’Italia continua a lavorare per ottenere tutte le risorse previste dal Recovery Fund. La richiesta di pagamento della settima rata per il finanziamento del piano per la ripresa (Pnrr) depositata alla fine dell’anno si inserisce in un percorso che fin qui ha prodotto i risultati che si dovevano per la mole di risorse Ue che il Paese ha chiesto e le aspettative che questo produce nei partner. Per il 2025 la maggioranza ha già avanzato i lavori, chiedendo ulteriori 18,3 miliardi di euro a quelli già ottenuti da Bruxelles.
A quanto ammonta il tesoretto a dodici stelle (in parte da dover restituire) fin qui? Solo nel 2024 il governo si è visto assegnare circa 20 miliardi di euro, per effetto del versamento nelle casse dello Stato della quinta rata da 11 miliardi (5 agosto) e della successiva sesta rata da 8,7 miliardi a fine anno (23 dicembre).
Palazzo Chigi, nell’annunciare di aver rispettato impegni e programmi, sottolinea come l’Italia sia il primo Paese dell’Ue ad aver ottenuto sei rate del Pnrr alla fine del 2024 e aver chiesto addirittura una settima rata. Due verità sono contenute in questa affermazione: la prima è il dato di fatto oggettivo, la veridicità del dato. La seconda verità è che l’Italia è il Paese che più di chiunque altro ha fatto richiesta di soldi europei. Un totale di 191,5 miliardi di euro tra sovvenzioni (68,9 miliardi) e prestiti (122,6 miliardi). Soldi di un meccanismo di ripresa post-pandemico, NextGenrationEU, da utilizzare entro e non oltre il 2026, e che impone all’Italia di chiedere e usare per la riuscita del Pnrr.
Fin qui l’Italia ha ottenuto dall’Unione europea 121,6 miliardi di euro per il finanziamento del proprio Pnrr. Di questi, 24,9 miliardi sono giunti nel 2021 (prefinanziamento, erogato il 13 agosto), 42 miliardi nel 2022 (due rate da 21 miliardi ciascuna, il 13 aprile e l’8 novembre), 35 miliardi nel 2023 (rata da 18,5 miliardi il 9 ottobre e rata a 16,5 miliardi il 28 dicembre). Gli ultimi 19,7 miliardi sono il frutto del lavoro del 2024, servito per preparare la strada al prossimo esborso.