Bruxelles – Dal primo gennaio inizia il semestre polacco di presidenza del Consiglio dell’Ue. E’ la seconda volta nella storia del Paese, e ancora una volta a gestire i sei mesi di lavori europei sarà Donald Tusk. L’attuale primo ministro polacco era alla testa del governo anche nel 2011, quando la Polonia ebbe la sua prima presidenza di turno di sempre. Una curiosità, ma fino a un certo punto. A guardar bene c’è un est che avanza in Europa, guidato dallo stesso Tusk e dal primo ministro ungherese, Viktor Orban.
I due capi di governo hanno in comune l’aver ricoperto il ruolo di primo ministro durante le due presidenze di turno del Consiglio dell’Ue. Viktor Orban era in carica nel 2011 e lo è ancora oggi, e lo stesso vale per Tusk. Due Paesi con due leader veri, per quanto con percorsi diversi. Orban da quando è diventato primo ministro ungherese il ruolo non l’ha mai lasciato né l’ha visto mai veramente insidiato dai partiti di opposizione. Tusk non ha una continuità di governo come quella di Orban, ma dopo il mandato ha comunque tirato le fila dell’Ue.
Primo ministro polacco dal 2007 al 2014, Tusk è stato poi presidente del Consiglio europeo dall’1 dicembre 2014 al 30 novembre 2019, per poi prendere le redini del Partito popolare europeo (Ppe) guidato nelle veste di presidente dal primo dicembre 2019 al primo giugno 2022. Torna in Polonia come leader dell’opposizione, e alle parlamentari dell’ottobre 2023 esce vincitore, tornando alla testa del governo il 12 dicembre dello stesso anno. Nella sua carriere politica un ruolo decisivo l’ha giocato Angela Merkel. L’allora cancelliera tedesca si è spesa in prima persona per sostenere Tusk, appartenente alla stessa famiglia politica europea, il Ppe, e una volta uscita di scena la leader tedesca il polacco, insieme a Orban, ha assunto il ruolo di nuovo vero leader, a casa come in Europa. L’ungherese Viktor Orban è primo ministro dal 29 maggio 2010, ruolo che da allora non ha mai lasciato.
Con la fine del premierato di Mark Rutte, alla testa del governo dei Paesi Bassi dal 2010 al 2024, l’Unione europea di oggi deve fare i conti con loro due. Sono loro i leader veri rimasti sulla scena politica. Con una Germania debole e una Francia in crisi l’Ue viene spinta da est.