Bruxelles – Mentre il territorio d’oltremare francese della Mayotte cerca di rimettersi in piedi dopo il devastante ciclone Chido, a Parigi continua il lavoro del nuovo premier François Bayrou per mettere insieme la sua squadra di governo. Il premier punta ad avere un esecutivo in carica per Natale e presentare una legge di bilancio all’Assemblea nazionale a febbraio, ma al momento non sembra aver trovato abbastanza supporto tra le forze politiche.
Ieri (19 dicembre) il premier ministre ha fatto un giro di consultazioni a palazzo Matignon, la sede dell’esecutivo transalpino, per sondare la disponibilità dei partiti – tutti tranne les extrèmes, cioè l’ultradestra del Rassemblement national (Rn) e la sinistra radicale de La France insoumise (Lfi) – a non affondare il suo prossimo governo, che ancora deve prendere forma. Ma il leader del partito centrista Mouvement démocrat (MoDem) François Bayrou, incaricato dal presidente Emmanuel Macron di dare alla Francia una guida politica stabile dopo la storica sfiducia votata dall’Assemblée nationale a Michel Barnier a inizio mese, non sembra finora aver riscosso grande successo.
Stando alle ricostruzioni dei media francesi, tutte le forze del Nouveau front populaire (Nfp) si sono chiamate fuori, sostenendo che non ci sono le condizioni per prendere parte in un esecutivo che continuerebbe a perseguire le ricette macroniste. Esclusi gli insoumis di Jean-Luc Mélenchon, che nemmeno sono stati convocati a Matignon, si sono detti scettici anche i socialistes, gli ecologisti e i comunisti.
Il segretario del Partito socialista (Ps) Olivier Faure ha dichiarato di non aver “trovato alcun motivo per non censurare” Bayrou, nominato dal capo dello Stato appena una settimana fa. “Siamo costernati dalla povertà di ciò che è stato proposto”, ha ammesso alla stampa uscendo dalle consultazioni, ribadendo che “non parteciperemo a questo governo”. Del medesimo avviso anche la leader dei Verdi (Eelv) Marine Tondelier: “Abbiamo avuto l’impressione che ci stessero prendendo in giro”, si è lamentata.
Il deputato comunista Stéphane Peu ha sottolineato che, parlando con Bayrou del bilancio da approvare per il 2025, “abbiamo chiesto di non ricorrere al 49.3 e lui ha rifiutato”. Il riferimento è alla disposizione, contenuta nella Costituzione nazionale, che permette al capo del governo di forzare l’approvazione di una legge di bilancio aggirando il dibattito parlamentare. Cioè esattamente la mossa che ha portato al crollo del governo Barnier. Bayrou non l’avrebbe esclusa categoricamente, tenendosi aperta l’opzione di ricorrervi se i gruppi all’Assemblea dovessero fare ostruzionismo.
Una piccola apertura, Bayrou la sta facendo sulla contestatissima riforma delle pensioni. “Riprendere senza sospendere” è la formula che sta proponendo il premier: riprendere il cantiere delle discussioni sulla norma, che non è mai andata giù né a destra né a sinistra, ma senza bloccarne per il momento l’applicazione. Secondo fonti governative, ai partiti e alle parti sociali sarebbe stato offerto di proporre una “nuova riforma” entro i prossimi nove mesi, in cambio dell’appoggio all’esecutivo Bayrou.
Réforme des retraites : reprendre sans suspendre. pic.twitter.com/u2J6GT6F6q
— François Bayrou (@bayrou) December 19, 2024
In questo modo, il premier ministre mira a mettere in cassaforte la fiducia parlamentare al suo governo, schivando le mozioni di censura che sono già state minacciate da alcune forze politiche. E vorrebbe che la sua squadra fosse pronta entro il weekend, per entrare in carica prima di Natale. Lui stesso ha indicato un nome che vorrebbe con sé: l’attuale ministro agli Interni, il conservatore Bruno Retailleau, noto per la sua linea dura sulle questioni relative all’immigrazione e la sicurezza. E proprio per questo inviso in particolar modo ai progressisti, che vedono la sua riconferma come fumo negli occhi.
La situazione Oltralpe resta tesa. Nel frattempo, mercoledì (18 dicembre) il Senato ha approvato una legge speciale per evitare lo shutdown, cioè l’interruzione delle funzioni statali, dopo che l’Assemblée aveva già dato il via libera al provvedimento. Si tratta di una pezza messa sulle casse della Repubblica in attesa che il Parlamento approvi il bilancio per il 2025, che Bayrou vorrebbe presentare entro la prima metà di febbraio.