Bruxelles – Aggressioni militari da potenze straniere e clima ‘pazzo’, l’Ue cerca una nuova stagione di corpi speciali civili-militare per rispondere alle crisi, siano esse più convenzionali o più nuove. Il vertice dei capi di Stato e di governo dell’Ue riafferma l’importanza dell’essere preparati al peggio, e pronti a tutto. Per i Ventisette si rende “necessaria una gestione strategica delle crisi, con un approccio multi-rischio e che coinvolga l’intera società“. E’ questo il senso delle conclusioni approvate in occasione del summit del Consiglio europeo, l’ultimo dell’anno e il primo a guida Antonio Costa.
Il nuovo approccio si rende inevitabile a fronte di un mondo che cambia e che sta portando l’Unione europea a un più ampio
ragionamento sulle risposte da dare come Ue ai nuovi assetti. Per questo, in ambito militare e di difesa, questa preparazione alle minacce e alle crisi “
dovrebbe essere fatto in sinergia con la Nato, ove pertinente, in modo inclusivo” e comunque “non discriminatorio e senza pregiudicare il carattere specifico della politica di sicurezza e difesa di alcuni Stati membri” e tenendo conto degli interessi di sicurezza e difesa di tutti gli Stati membri. C’è poi la questione dei rischi derivanti dall’aumento delle temperature globali. “
Questa nuova mentalità di preparazione è necessaria per rafforzare la resilienza dell’Ue, proteggere i suoi valori, salvaguardare il suo successo economico e la sua competitività e adattarsi ai cambiamenti climatici“, sottolineano i leader. In tal senso la Commissione von der Leyen ha già lanciato l’idea di un allargamento del meccanismo di protezione civile a personale militare, ma occorre fare di più. Per questo l’indicazione dei capi di Stato e di governo per i ministri e istituzioni europee è quello di “ulteriori lavori volti a rafforzare la resilienza, la preparazione, la prevenzione delle crisi e la capacità di risposta dell’Ue e dei suoi Stati membri in modo coerente”.