Bruxelles – Da Tbilisi a Strasburgo per lanciare un grido d’aiuto. È quello che ha fatto la presidente georgiana Salomé Zourabichvili, che stamattina (18 dicembre) si è appellata agli eurodeputati riuniti in sessione plenaria per perorare la causa delle opposizioni al partito di governo, Sogno georgiano, mentre nel piccolo Paese caucasico continuano le proteste di piazza e non accenna a disinnescarsi lo scontro istituzionale tra i vertici dello Stato.
In un’Aula semideserta, la presidente della Repubblica uscente Salomé Zourabichvili ha rivolto ai parlamentari europei un accorato appello affinché esercitino pressione sulle altre istituzioni comunitarie – in primis il Consiglio europeo, che si riunirà domani per discutere di politica estera e dovrebbe affrontare anche il tema della situazione in Georgia – per intervenire in maniera più determinante sulla rapida involuzione nel suo Paese, che sotto la guida del premier Irakli Kobakhidze sta scivolando sempre più lontano da Bruxelles e vicino a Mosca.
Proteste per la libertà
“Siamo di fronte ad uno snodo cruciale perché in certi momenti ci sembra di tornare indietro al 1921, come se la storia si ripetesse”, ha dichiarato Zourabichvili riferendosi all’invasione sovietica della Georgia. Secondo lei, le partecipate manifestazioni che nelle ultime settimane stanno agitando la capitale e altre città illustrano bene come i cittadini stiano “reagendo a quello che vedono come un esproprio della loro libertà, del loro futuro e della loro indipendenza” da parte di Sogno georgiano, il partito-macchina creato dall’oligarca filorusso Bidzina Ivanishvili che detiene il potere dal 2012.
Le proteste, che vanno avanti ininterrottamente da 21 giorni (cioè da quando Kobakhidze ha annunciato, lo scorso 28 novembre, lo stop ai negoziati di adesione all’Ue fino al 2028), sono in realtà iniziate già la scorsa primavera, quando il governo ha fatto adottare dal Parlamento quella che la presidente bolla come “la legge russa” (sulla cui approvazione aveva posto un veto simbolico, poi aggirato dall’emiciclo): un provvedimento che, ricalcando da vicino un’analoga legge in vigore nella Federazione, impone alle entità che ricevano più di un quinto del loro finanziamento dall’estero di dichiararsi “agenti di potenze straniere”.
La situazione è grave, certifica Zourabichvili di fronte all’Eurocamera. “L’unica occasione in cui ci sono manifestazioni massicce è quando è in gioco una questione esistenziale come oggi”, ha ribadito, sottolineando che il “movimento pacifico di disobbedienza civile”, che è nato “spontaneamente” in risposta alle azioni del governo e ora “abbraccia l’intera società”, porta avanti due rivendicazioni fondamentali: “Ridateci il nostro voto, ridateci il nostro futuro in Europa”.
Non si tratta, ha assicurato la presidente, di fare la rivoluzione: “Non c’è la rivendicazione di defenestrare nessuno, si chiede solo che si possano ripetere liberamente le elezioni” celebratesi lo scorso 26 ottobre e denunciate come irregolari dagli osservatori locali e internazionali e come illegittime dalle opposizioni.
“Non ci sono due Paesi” in conflitto civile, ha continuato: “Da una parte c’è il popolo georgiano e dall’altra il governo che lo opprime”. Zourabichvili ha accusato il partito di Ivanishvili e Kobakhidze di “costruire uno Stato russo” in Georgia: dall’introduzione dei provvedimenti liberticidi sul modello moscovita alla narrativa pro-Cremlino sulla guerra in Ucraina (come plasticamente mostrato durante la campagna elettorale dello scorso autunno), la propaganda anti-Lgbtq+ e l’accusa ai partner occidentali di Tbilisi (Washington e Bruxelles in testa) di essere responsabili di tutti i mali del Paese caucasico.
La russificazione della Georgia
Questa “russificazione dello Stato”, ha avvertito, “è lenta ma inesorabile”, poiché “tutte le istituzioni sono sotto il controllo di un singolo partito” – Parlamento, governo, Commissione elettorale centrale, l’apparato di giustizia “totalmente occupato da Sogno georgiano” – e questo è diventato palese nell’appuntamento delle urne di ottobre. Quelle “elezioni russe” che sono state “pilotate in modo sofisticato” attraverso, tra le altre cose, la modifica del codice elettorale, l’intimidazione dei funzionari pubblici e il voto elettronico che è stato “specificamente progettato senza adeguati controlli biometrici” per garantirne l’integrità. E poi la violazione dell’universalità del voto, con “un milione di georgiani della diaspora che non hanno potuto votare perché non è stata consentita l’apertura dei seggi nelle ambasciate, come accaduto a Strasburgo”.
Dopo le elezioni, ha ricordato Zourabichvili, tutto è precipitato. Prima c’è stata una “violazione della Costituzione, con la prima seduta del Parlamento convocata” non da lei stessa bensì “dal presidente del Parlamento che ancora non era stato riconosciuto” e mentre “non erano ancora stati esaminati tutti i ricorsi” contro il processo elettorale. Poi è arrivata la sospensione dei negoziati con Bruxelles, tramite cui Kobakhidze “vuole mettere in pausa il futuro della Georgia senza neanche avere un mandato per farlo” – in quanto appunto il capo dello Stato (che ha rivendicato di avere due impeachment all’attivo) non riconosce la validità della sua rielezione. E dunque “i cittadini georgiani non avranno pace fin quando non ci saranno elezioni libere perché questo è l’unico modo democratico per uscire dalla crisi”.
Irakli Kobakhidze: I want to thank the five countries that voiced a position in support of the Georgian people at the Council of the European Union. These are Hungary, Slovakia, Italy, Spain, and Romania. They defended the interests of the Georgian people at the… pic.twitter.com/E0VfzsgCKx
— Georgian Government (@GovernmentGeo) December 17, 2024
La presidente si è poi scagliata contro il ricorso alle “menzogne come modus operandi” da parte del governo, richiamando l’episodio di ieri che ha visto Kobakhidze diffondere a mezzo social la notizia che Italia, Spagna e Romania si sarebbero unite a Ungheria e Slovacchia nell’opporsi alle sanzioni (proposte lunedì dall’Alta rappresentante Kaja Kallas in sede di Consiglio Esteri a Bruxelles) contro i quadri di Sogno georgiano e delle forze dell’ordine responsabili delle violenze sui manifestanti.
Tale affermazione è stata poi smentita ufficialmente dalle cancellerie interessate (incluso dalla Farnesina) e le stesse autorità di Tbilisi avrebbero successivamente rettificato, ma, ha incalzato Zourabichvili, “non è stata data pubblicità delle rettifiche quindi i sostenitori di Sogno georgiano che guardano la tv non sanno che il loro governo sta mentendo”.
L’Europa alla finestra
In tutto questo, ha continuato Zourabichvili rivolgendosi agli eurodeputati, “ci siete anche voi, c’è l’Europa ed è in gioco la sua credibilità” poiché “un Paese che ha appena ricevuto lo status di candidato non può essere abbandonato e non può calpestare tutte le norme democratiche, voi non potete consentirlo, non potete permettere che vengano umiliati i valori e princìpi europei”. Lo scorso 28 novembre, peraltro, l’Europarlamento ha dichiarato illegittimo il risultato elettorale del mese precedente e chiesto la convocazione di nuove elezioni sotto monitoraggio internazionale.
Ma la questione non ha solo una dimensione interna, ha assicurato il capo dello Stato. Qui “è in gioco l’interesse strategico europeo: la Georgia è stata, è e continuerà ad essere il baluardo occidentale verso la Russia”, ha scandito, ammonendo che “se la Georgia cade sotto il controllo russo” il rischio è che l’intera regione caucasica scivoli definitivamente nell’orbita di Mosca, che ha già il piede ben immerso anche in Armenia e Azerbaigian.
“La Georgia è parte della guerra che la Russia ha dichiarato all’Europa”, ha rimarcato Zourabichvili, chiedendo retoricamente: “Se la Russia non riuscirà a imporsi in Ucraina, dovrà vincere in Georgia? Se non riesce a imporsi in Moldova, dovrà riuscirci in Georgia o in Romania?”. Quest’ultimo riferimento è alle interferenze certificate dai servizi di Bucarest nel primo turno delle presidenziali, svoltosi lo scorso 24 novembre e vinto a sorpresa dall’ultranazionalista Călin Georgescu per poi venire clamorosamente annullato dalla Corte costituzionale.
Sostenere la resistenza civile
Poi la stoccata. “Se siamo onesti, l’Europa non è stata all’altezza”, ha ammesso rimproverando i suoi partner a dodici stelle per aver “risposto a metà a questa sfida” ed esortandoli a “fare molto di più”. “Sapete che i georgiani si battono giorno e notte”, ha ricordato al suo pubblico, e che “a Tbilisi è stata messa al bando la bandiera europea” mentre la popolazione “continua ad attendere misure chiare” da Bruxelles e da Washington. “Spero che non serva una crisi ancora più grave perché l’Europa agisca”, ha aggiunto amareggiata.
Occorre “un sostegno e un’attenzione politica ai massimi livelli”, perché “i georgiani devono sapere di non essere soli”. In questo senso, ha ringraziato la delegazione di eurodeputati che si è recata a Tbilisi in solidarietà coi manifestanti, ma ha chiesto che l’Ue si assuma un ruolo più diretto nella gestione della crisi che sta sconvolgendo il Paese candidato.
Un’altra direzione in cui può muoversi l’Unione, ha detto, è quella della giustizia: “Ci vuole un monitoraggio molto rigoroso” sui processi politicizzati che si stanno celebrando a Tbilisi, dopo i quali “devono essere liberati centinaia di prigionieri condannati anche a nove anni di detenzione”. Allo stesso modo vanno perseguiti “coloro che sarebbero colpevoli di torture”, ha ribadito richiamando le osservazioni del difensore civico nazionale, in cui le azioni degli apparati di sicurezza georgiani sono state accostate ad atti intenzionali di tortura.
“Aiutateci a vincere”
Concludendo il suo intervento, Zourabichvili ha ribadito che esaudire le richieste dei manifestanti – l’annullamento del voto di ottobre e la ripetizione delle elezioni – rappresenta “l’unico modo pacifico di procedere”. “Noi vogliamo le elezioni”, ha ripetuto, assumendosi il ruolo di guida del fronte dell’opposizione parlamentare e civile: “Se non ci saranno le elezioni, ci sarà una crisi che voi dovrete gestire, e sarà molto più difficile”. “Dovete usare le vostre leve come Europa geopolitica”, ha implorato i deputati, perché se l’Ue non è in grado di intervenire in un Paese da meno di 4 milioni di abitanti “come pensa di contrastare i giganti del XXI secolo?”.
Da soli o con l’aiuto di Bruxelles, comunque, la previsione della presidente è che “i georgiani vinceranno questa battaglia e difenderanno la propria libertà, la propria democrazia e il proprio futuro”. A differenza degli ucraini, ha spiegato, “noi ci stiamo battendo non con le armi ma a mani nude, in modo diverso, per combattere qualcosa che avrà un impatto sul futuro di tutti”. Cioè la longa manus del Cremlino, che sta destabilizzando il Vecchio continente dentro e fuori l’Ue. “La Georgia non cederà”, ha rivendicato prima di abbandonare il podio al centro dell’emiciclo, “ma si aspetta che voi agiate per difendere i valori europei”. Alla fine del suo discorso, salutato da una standing ovation degli eurodeputati, alcuni parlamentari hanno sventolato delle bandiere georgiane.
Ma, a norma di legge, si tratta degli ultimi giorni in cui Zourabichvili rappresenta il suo Paese. Il suo mandato scade ufficialmente il prossimo 29 dicembre, e per sostituirla è già stato nominato Mikheil Kavelashvili, ex calciatore ultranazionalista, anti-occidentale e filorusso. Il capo dello Stato in carica ha tuttavia ripetutamente rifiutato di farsi da parte e di riconoscere come valida l’elezione del suo successore da parte di un Parlamento che reputa illegittimo, acuendo ulteriormente lo scontro frontale tra le istituzioni nazionali.