Bruxelles – Il nuovo watchdog delle istituzioni europee sarà la portoghese Teresa Anjinho, eletta oggi (17 dicembre) dall’Eurocamera come Mediatrice europea. L’esperta indipendente di diritti umani e membro dell’Ufficio europeo per la lotta antifrode (Olaf) raccoglierà il testimone dall’irlandese Emily O’Reilly, che ha ricoperto il ruolo per due mandati consecutivi.
Niente da fare per i due italiani in lizza, Emilio De Capitani e Marino Fardelli, che hanno raccolto appena 6 e 14 voti rispettivamente – ultimi tra i sei candidati – nella votazione a scrutinio segreto in cui ha trionfato Anjinho. Al secondo turno di votazione, la portoghese ha incassato il sostegno di 344 eurodeputati, seguita dall’Ombudsman dei Paesi Bassi Reinier van Zutphen, che he messo insieme 177 preferenze, dall’l’ex giudice della Corte suprema estone Julia Laffranque con 47 voti a favore e dall’accademica austriaca, Claudia Mahler, che si è fermata a 15 voti.
Teresa Anjinho è un’esperta indipendente di diritti umani e ricercatrice accademica, membro del Comitato di vigilanza dell’Ufficio europeo per la lotta antifrode (Olaf), e in precedenza vice mediatrice del Portogallo e viceprocuratrice generale della Giustizia a Lisbona. Durante l’audizione pubblica in commissione Petizioni (Peti) dell’Eurocamera lo scorso 3 dicembre 2024, Anjinho si era impegnata a rafforzare la fiducia tra l’Ue e i suoi cittadini e a sostenere i più alti standard di integrità, responsabilità e reattività. “Il mondo di oggi non comprende l’indecisione dovuta a formalità o burocrazie inutili, né accetta ritardi ingiustificati. Dobbiamo sempre rispettare il giusto processo, le regole e i procedimenti formali essenziali, ma dobbiamo anche fare i conti con la realtà. È una questione di fiducia nell’istituzione, ma anche, alla fine, nell’Unione europea nel suo complesso”, aveva dichiarato ai deputati.
La nuova Ombudsman Ue ha indicato tre aree di intervento principali su cui si concentrerà nei prossimi cinque anni. Rafforzare le denunce individuali, garantendo “una gestione efficiente delle denunce”, raggiungendo i “gruppi vulnerabili e sottorappresentati” e migliorando l’accessibilità delle informazioni. Mettere in campo una strategia per le indagini di propria iniziativa, da non trascurare come “meccanismo proattivo per identificare questioni sistemiche all’interno delle istituzioni dell’Ue”. E “promuovere partenariati intelligenti” con gli uffici nazionali del Mediatore, le istituzioni accademiche, la società civile e altre parti interessate.
Anjinho entrerà in carica dopo la cerimonia di giuramento del 27 febbraio prossimo presso la Corte di giustizia dell’Ue, per un mandato di cinque anni. La sua predecessora, Emily O’Reilly, si è “congratulata vivamente”, lasciando all’ex viceprocuratrice di Lisbona un monito e un auspicio: “Questo Ufficio è fondamentale per garantire che l’amministrazione dell’Ue rimanga trasparente e responsabile nei confronti dei cittadini e le auguro ogni successo nel ruolo”, ha dichiarato.
Istituito nel 1995, l’ufficio del Mediatore europeo indaga su casi di cattiva amministrazione all’interno di istituzioni, organi, uffici e agenzie dell’Ue, agendo di propria iniziativa o in risposta a denunce di cittadini europei.