Bruxelles – Continua a infoltirsi l’elenco di persone e entità sanzionate da Bruxelles a seguito della guerra d’aggressione della Russia in Ucraina. Oggi (16 dicembre) i ministri degli Esteri dell’Ue hanno dato il via libera al quindicesimo pacchetto di sanzioni contro Mosca, che prende di mira in particolare 52 navi della flotta fantasma con cui il Cremlino elude le restrizioni occidentali sul commercio di petrolio. Ma sempre di più, Bruxelles è decisa a colpire chi sostiene lo sforzo bellico russo: Cina e Corea del Nord.
Nel nuovo pacchetto, che impone misure restrittive per 54 persone fisiche e 30 entità, figurano due alti funzionari del regime di Kim Jong-un, un individuo e sei entità cinesi. Per quanto riguarda Pechino, è la prima volta dall’inizio dell’invasione russa che l’Ue adotta sanzioni “a tutti gli effetti” – che prevedono il divieto di ingresso sul suolo europeo, il congelamento dei beni e il divieto di mettere a disposizione fondi – contro individui ed entità ritenute colpevoli di facilitare l’elusione delle sanzioni occidentali a Mosca e di fornire componenti a duplice uso civile-militare alla Russia, come componenti sensibili di droni. Le sanzioni al ministro della Difesa di Pyongyang, No Kwang Chol, e al vicecapo di Stato Maggiore dell’Esercito Popolare Coreano, Kim Yong Bok, sono la diretta conseguenza del dispiegamento di truppe nordcoreane al fronte in Russia.
Contro la cooperazione militare sempre più stretta tra Kim Jong-un e Putin si sono espressi oggi anche i ministri degli Esteri dei Paesi del G7, condannando “con la massima fermezza” un’intesa che “segna una pericolosa espansione del conflitto”. Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti, insieme all’Unione europea e ai partner più stretti dell’Indo-pacifico – Australia, Corea del Sud e Nuova Zelanda – si dicono “profondamente preoccupati per il sostegno politico, militare o economico che la Russia potrebbe fornire ai programmi illegali di armamento” di Pyongyang.
Con le nuove designazioni, l’Ue porta a 79 le imbarcazioni della “flotta fantasma” russa, navi che non battono bandiere Ue “coinvolte in pratiche di navigazione ad alto rischio nel trasporto di petrolio o prodotti petroliferi russi, nella consegna di armi, nel furto di grano o nel sostegno al settore energetico russo”. Navi che non potranno più attraccare nei porti europei e saranno sottoposta a un divieto di fornitura di servizi. In questo modo, Bruxelles spera di far lievitare i costi di utilizzo di tali navi per il Cremlino, e di ridurre il numero di imbarcazioni in grado di trasportare il greggio russo.
La nuova stretta “dimostra l’unità degli Stati membri nel nostro continuo sostegno all’Ucraina”, ha esultato l’Alta rappresentante Ue per gli Affari esteri, Kaja Kallas, aggiungendo: “Non può esserci alcun dubbio che l’Ucraina vincerà”. In totale, il pacchetto aggiunge 32 nuove aziende all’elenco di quelle che sostengono il complesso militare e industriale di Mosca: oltre a 20 sul territorio russo, sette sotto la giurisdizione di Cina e Hong Kong, due dalla Serbia e una ciascuna da Iran, India ed Emirati Arabi Uniti. Imprese a cui si applicheranno ora restrizioni più severe sulle esportazioni di beni e tecnologie a duplice uso e di prodotti a tecnologia avanzata. L’Ue ha scelto di sanzionare inoltre l’unità militare responsabile dell’attacco all’ospedale pediatrico Okhmadyt di Kiev del luglio scorso, che ha causato decine di vittime e centinaia di feriti.
Tra le misure adottate oggi, ci sono però anche alcune deroghe a “protezione degli interessi degli operatori dell’Ue”. In sostanza, l’estensione di alcune deroghe esistenti per concedere più tempo alle aziende dei Paesi membri di uscire dalla Russia. Infine, per far fronte all’aumento delle controversie e delle misure di ritorsione in Russia che portano al sequestro degli attivi dei depositari centrali di titoli (CSD) dell’Ue, il pacchetto odierno introduce una deroga per il recupero delle perdite e una clausola di non responsabilità per i CSD europei.